Ancora una volta. Per la Coppa Italia di A2, ma in passato per scudetti ed altri trofei. La storia infinita delle sfide tra la sponda biancoblu bolognese e la Treviso dei canestri si rinnova stasera al PalaSavelli di Porto San Giorgio per il primo trofeo del 2019 nei campionati LNP. Di fronte le due grandi favorite per il salto di categoria nel girone Est: l’imprendibile (o quasi) Fortitudo di Antimo Martino e la ristrutturata De’ Longhi di Max Menetti. Due squadre, due filosofie, due città, due tifoserie, due realtà differenti in tantissimi aspetti. Accomunate solo dalla voglia di vincere e di ritornare al piano di sopra.

Non sarà certo il primo confronto con un trofeo in palio tra felsinei e trevigiani. Seppur con società differenti dalle attuali – fallita la F, ripartito con un nuovo club il capoluogo della Marca – i libri di storia della pallacanestro italiana sono colmi di sfide incrociate. Come lo scudetto 1997: il fallo di Pittis su Vescovi a Casalecchio, i tiri-vittoria falliti da Myers e Murdock in gara4, l’aeroplanino di Niccolai in gara5. Oppure la Coppa Italia 1998, primo storico successo della Bologna biancoblu contro l’incerottata Benetton di Obradovic. Ma anche le finali per il tricolore 2000, 2002, 2003 e 2006 (bilancio, 3-1 Treviso), ricchissime di episodi leggendari: Edney che infiamma il PalaDozza, il fallaccio di Vrankovic che azzoppa Marconato, il dominio assoluto del gioco di D’Antoni, l’invasione di campo della Fossa in diretta televisiva, la sfida a suon di triple tra il glaciale Langdon ed il focoso Guyton, le magie di Bargnani ed i canestri impossibili di Nicholas e Siskauskas. Tutto questo è stato Fortitudo-Treviso per un decennio, con in mezzo anche una Supercoppa vinta dai bolognesi (2005) e la clamorosa stoppata di Marconato su Karnisovas nelle semifinali playoff del 1999.

_GCI0931Tempi lontani ma eroici che si sogna di ripete prima o poi. Oggi ci si confronta per un trofeo teoricamente minore ma che può dare preziose indicazioni per il futuro di entrambe. Il cammino a Porto San Giorgio delle due formazioni ha evidenziato pregi e criticità di entrambe. Per Bologna, orfana di Cinciarini, c’è la conferma di un sistema di squadra perfettamente funzionante e funzionale al gioco di Martino, rivitalizzando addirittura un Mancinelli che pareva in costante ed inesorabile declino – 30 punti in due partite per l’ala teatina. Di converso, il reclamizzato ritorno di Carlos Delfino finora si è rivelato assai deludente, l’argentino ha dato il meglio di sé a partita finita sia contro Biella che contro Roma.

8712Treviso coccola invece David Logan, il go-to-guy che mancava ad inizio stagione. L’americano di passaporto polacco è stato decisivo sia ai quarti che in semifinale. La sua presenza ha scatenato anche la verve offensiva di Amedeo Tessitori, efficacissimo in ogni zona del campo, mentre Davide Alviti è cresciuto in difesa. Menetti piuttosto si preoccupa per alcuni passaggi a vuoto dei suoi, come quello che è quasi costato il passaggio del turno contro Bergamo nei minuti conclusivi della partita di ieri sera. Contro una perfetta macchina da guerra come Bologna certe distrazioni potrebbero costare carissime. In stagione finora la Fortitudo ha vinto entrambi i confronti diretti e sempre di 10 punti di margine. Stavolta però, oltre a giocare in campo neutro, si troverà di fronte una De’ Longhi assai diversa da quella cui era abituata: c’è il ruvido Severini al posto di Antonutti (meno talento offensivo ma difesa immensamente più dura) e soprattutto c’è Logan. Il pronostico pende leggermente a favore degli emiliani ma solo il campo potrà dire se la Fortitudo saprà scrivere la storia inseguendo uno storico slam di A2 mai riuscito ad alcuno o se TVB saprà rompere l’egemonia bolognese rilanciando le proprie ambizioni in chiave playoff.

 

(photo credit: LNP foto/Ciamillo-Castoria)