Alveare di Emanuele Marchesan
Alveare di Emanuele Marchesan

In occasione della Giornata mondiale delle Api che si celebra il 20 maggio, Coldiretti Venezia fa il punto della situazione sul settore apistico che nel veneziano è praticato da 844 aziende delle quali solo 200 fanno attività di commercializzazione, le altre producono per autoconsumo o per hobby.

Eppure questo comparto del Made in Italy è divenuto sempre più importante per la difesa biodiversità e l’offerta di alimenti sani e naturali considerando il ruolo insostituibile che questo insetto svolge per l’ambiente e per l’uomo.

Nella nostra provincia si contano circa 1475 alveari registrati che potenzialmente possono produrre 600 quintali di miele. Statistica che non sempre corrisponde alla realtà dei fatti, un esempio è presto fatto se pensiamo alle ultime due annate 2020 e 2021 che sono state a dir poco disastrose.

Quest’anno gli apicoltori sono ottimisti “Se tutto andrà per il verso giusto, avremo una buona annata – afferma Emanuele Marchesan, apicoltore di Coldiretti residente a Caorle-  le condizioni per ora sembrano buone, abbiamo fatto un’ottima raccolta di miele di Colza e di Facelia, attualmente stiamo raccogliendo l’acacia anche se registriamo qualche difficoltà a causa della siccità che sta seccando velocemente i fiori. Nel veneziano l’andamento normale prevedrebbe l’inizio della stagione a Marzo con la fioritura del tarassaco, poi nei primi giorni di Aprile la colza, da fine aprile l’acacia per arrivare a Giugno con la fioritura del tiglio e castagno e chiudendo in piena estate con i millefiori, la melata e barena”.

Si tratta di un prodotto locale ricercato e apprezzato dai consumatori, nonostante la concorrenza di miele straniero di qualità nettamente inferiore.

Le api, vere e proprie sentinelle ambientali, sono sane perché – spiega Coldiretti Venezia – gli apicoltori più esperti sanno come prendersi cura degli alveari, costantemente monitorati tutto l’anno con interventi quotidiani, indispensabili per far fronte agli imprevisti e alle improvvise variazioni meteo. Infatti una corretta formazione e preparazione tecnica in questo lavoro è essenziale per non commettere passi falsi.

Sul fronte della biodiversità, ricorda Coldiretti, le api sono un indicatore dello stato di salute dell’ambiente e servono al lavoro degli agricoltori con l’impollinazione dei fiori. In media una singola ape – precisa la Coldiretti – visita in genere circa 7000 fiori al giorno e ci vogliono quattro milioni di visite floreali per produrre un chilogrammo di miele. 3 colture alimentari su 4 dipendono in una certa misura per resa e qualità dall’impollinazione dalle api, tra queste ci sono le mele, le pere, le fragole, le ciliegie, i cocomeri ed i meloni secondo la Fao.

Proprio per tutelare l’apicoltura Coldiretti Venezia sta sensibilizzando proprio gli agricoltori diffondendo delle linee guida da seguire in campagna per non ostacolare il lavoro delle api. Si tratta di buone pratiche, come lasciare i terreni a riposo con piante “mellifere”, ideali per l’impollinazione, oppure ridurre al minimo i trattamenti con gli insetticidi e privilegiare le tecniche di lotta guidata integrata e biologica, con prodotti bio come il “bacillus turingensis” e le trappole sessuali.

Quanto ai consumatori, Coldiretti mette in guardia contro il rischio dell’invasione di miele “straniero”, spesso di bassa qualità. Il consiglio è di verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica. Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.