In ambulatorio o con i trattamenti di gruppo, liberarsi dal fumo è possibile

 

Smettere di fumare non è facile, ma nemmeno impossibile! Ci vogliono indicazioni concrete, metodo e percorsi di comprovata efficacia, che possono andare dal semplice consiglio del medico a veri e propri trattamenti specialistici. La nicotina, contenuta sia nelle sigarette tradizionali che nelle e-cig e prodotti a tabacco riscaldato, è infatti una sostanza che dà dipendenza, in maniera molto rapida, motivo per cui è difficile smettere di fumare una volta iniziato. 

Oggi, in occasione della Giornata mondiale senza tabacco, ricordiamo che l’Ulss 2 può aiutare chi desidera intraprendere questo percorso mettendo a disposizione i servizi dell’Ambulatorio per il Trattamento del Tabagismo (ATT), afferente al Dipartimento per le Dipendenze. L’accesso è gratuito e permette di ricevere, su appuntamento, consulenze e trattamenti specialistici multiprofessionali personalizzati.

Dal gennaio 2022, data di apertura degli Ambulatori Trattamento Tabagismo, al 30 settembre 2023 sono stati seguiti 233 fumatori, di cui il 43% femmine e il 57% maschi.

Gli ATT coordinano anche i percorsi di gruppo per smettere di fumare, i TGFumo, caratterizzati da nove incontri serali della durata di due ore, attivati in diversi periodi dell’anno in ogni Distretto aziendale, in collaborazione con il Privato Sociale – Coop. Sonda. Dal 2022 al 2023 sono state effettuate otto edizioni, per un totale di 204 iscritti, di cui il 37% femmine e il 63% maschi. A fine corso ha smesso di fumare il 55% degli iscritti, percentuale che sale di molto se si prende come riferimento il numero di coloro che hanno partecipato a tutti gli incontri. A sei mesi di distanza la percentuale di astinenti è del 45%. 

In autunno ripartiranno le nuove edizioni dei percorsi di gruppo per smettere di fumare.

 

I FUMATORI, ALCUNI DATI

L’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) celebra la Giornata mondiale senza tabacco, quest’anno intitolata Protecting children from tobacco industry interference – “Proteggere i bambini dalle ingerenze dell’industria del tabacco”, con l’obiettivo di evidenziare gli effetti nocivi sulla salute generale delle persone e delle comunità, delle sigarette e di altri prodotti del tabacco.

Nel mondo ci sono circa 1,25 miliardi di consumatori adulti di tabacco, ma stanno diminuendo: erano il 33% della popolazione nel 2000, oggi sono il 20%.

Le percentuali di fumatori tra gli adolescenti continuano invece a essere preoccupanti: nella Regione Europea dell’OMS l’11,5% dei ragazzi e il 10,1% delle ragazze utilizza una qualche forma di tabacco e, se stiamo assistendo a una diminuzione dell’uso della sigaretta tradizionale, è solo perché questa viene sostituita da quella elettronica. I dati italiani relativi ai 13-15enni (indagine GYTS 2022) mostrano che, nel 2010, in questa fascia di età il 21% aveva fumato nell’ultimo mese e nel 2022 questa percentuale è salita al 25%, anche se solo il 14% usa la sigaretta tradizionale, grazie al consumo di e-cig o sigarette a tabacco riscaldato.

In provincia di Treviso ci troviamo di fronte a una situazione simile: fermandosi alle sigarette tradizionali, il 29% delle ragazze e il 24% dei ragazzi tra 14 e 18 anni ha fumato nell’ultimo mese, ma, aggiungendo i prodotti elettronici, questa percentuale arriva rispettivamente al 37% e al 31%.

Circa il 20% fuma tutti i giorni (sigarette tradizionali e non), percentuale che sale dal 7% a 14 anni al 27% a 18, senza particolari differenze tra maschi e femmine (dati 2024 indagine Oss. Dipendenze su 3600 studenti delle scuole superiori della provincia di Treviso a cura del Servizio epidemiologia Ulss 2 con la collaborazione di SERD e Ufficio Scolastico Provinciale). 

Anche tra gli adulti del territorio Ulss 2 la percentuale di fumatori ormai da parecchi anni si attesta attorno al 23% (30% tra gli uomini, 17% tra le donne): circa 144.000 fumatori che ogni giorno bruciano più di 1.300.000 sigarette (dati sorveglianza PASSI 2023).

I danni sulla salute provocati dal fumo sono noti: nella nostra provincia il fumo è responsabile di quasi il 15% delle morti premature, prima degli 80 anni. Si attestano circa 415 decessi all’anno, dei quali circa metà per tumore al polmone, in gran parte tra gli uomini (350 vs 65 donne).

Smettere di fumare, infine, fa bene, non solo alla salute di chi smette e di chi respira passivamente il fumo, ma anche all’ambiente: si contribuisce a fermare la deforestazione, non si producono rifiuti inquinanti come i mozziconi di sigaretta, non si emettono sostanze inquinanti nell’aria e si evitano i loro depositi sulle superfici, si riduce la produzione di imballaggi da smaltire; anche i device delle sigarette elettroniche e dei prodotti del tabacco riscaldato contengono materiali dannosi all’ambiente e non biodegradabili: cartucce e contenitori di liquido per ricarica non sono riciclabili.