CELEBRAZIONI PER IL GIORNO DEL RICORDO A NANTO. ASSESSORE
ALL’ISTRUZIONE REGIONE VENETO, “RICORDARE E
COMMEMORARE COINVOLGENDO I PIÙ GIOVANI, PER COLMARE IL
VUOTO E SUPERARE IL SILENZIO COLPEVOLE SU QUESTE PAGINE DI
STORIA STRAPPATE”
L’Assessore Regionale all’Istruzione, Formazione e Lavoro del Veneto ha partecipato
stamane a Nanto alle celebrazioni per il Giorno del Ricordo. Dapprima la Santa Messa
e la solenne processione per rendere omaggio con una corona d’alloro al monumento
di via Martiri delle Foibe: poi l’inaugurazione, presso l’antica Pieve di Nanto, di una
mostra sulla storia dell’esodo degli istriani, dei fiumani e dei dalmati e sul dramma
delle foibe, promossa da una locale associazione che ne garantirà l’apertura per tutta la
settimana.
“È soprattutto nei confronti delle più giovani generazioni che le amministrazioni, con
in testa la Regione del Veneto, stanno rivolgendo il massimo dello sforzo”, ha
affermato l’Assessore Regionale a margine dell’inaugurazione, “serve commemorare,
serve richiamare all’attenzione soprattutto dopo un colpevole silenzio durato negli
anni, fino a quando un Presidente della Repubblica si inginocchiò alla foiba di
Basovizza o fino a quando, nel 2004, intervenne una Legge dello Stato ad istituire il
‘Giorno del ricordo’ in memoria delle vittime delle foibe, dell’esodo giuliano-dalmata,
delle vicende del confine orientale”.
Presenti alla manifestazione, oltre al Sindaco di Nanto, con i Sindaci e gli
Amministratori comunali del territorio, le autorità civili e militari, i volontari del
Gruppo locale degli Alpini di Nanto e la testimone vivente Anna Maria Fagarazzi.
“La sfida più importante che abbiamo di fronte a noi è quella di colmare il vuoto di
molte pagine di storia strappate, di questa storia di italiani, della fine orribile che toccò
indiscriminatamente ad uomini, donne, bambini, soldati, carabinieri, finanzieri, a chi
aveva aderito al fascismo e a chi, benché comunista, pagò comunque ‘la colpa’ di
essere un italiano” continua l’Assessore Regionale, che conclude: “una pulizia etnica
di cui si parla ancora troppo poco, una storia a noi vicina sia territorialmente che
temporalmente, e che qualcuno vorrebbe ancora oggi tener fuori dalle scuole”.