La stagione 2021/22 del campionato di pallacanestro di Serie A è andata in archivio con la vittoria dello Scudetto da parte dell’Olimpia Milano che, nella riedizione della serie finale di dodici mesi fa, ha superato la Virtus Bologna al meglio delle sei partite, assicurandosi così il 29esimo titolo nazionale della storia delle scarpette rosse.

Protagonista di questa cavalcata vincente è stato senza dubbio il tecnico di Milano, Ettore Messina, tra i coach di pallacanestro più esperti e vincenti a livello internazionale, che in passato è stato anche capo allenatore della Benetton Treviso. Quello vissuto dal tecnico nativo di Catania (ma cresciuto a Mestre) sulla panchina della marca trevigiana è stato uno dei periodi di più fulgido splendore per l’allora Benetton.

Era la stagione 2002/2003 quando la dirigenza biancoverde ha deciso di puntare su Ettore Messina in panchina (al posto di Mike D’Antoni che intanto aveva deciso di tornare ad allenare in NBA). Messina, da par suo, era reduce da un quinquennio passato alla Virtus Bologna dove aveva vinto tutto (tra cui anche l’Eurolega due volte). Con l’attuale allenatore dell’Olimpia Milano, tra le squadre più quotate d’Italia e d’Europa per gli analisti delle scommesse sul basket, la formazione targata Benetton riuscì nell’impresa di conquistare il grande slam in Italia e sfiorare anche la vittoria in Eurolega.

Senza Charlie Bell, Nik’oloz Tskit’ishvili e Boštjan Nachbar (questi ultimi due scelti al Draft NBA), Messina si ritrova ad allenare una squadra sì molto competitiva (con i vari Marcelo Nicola, Tyus Edney, Jorge Garbajosa, Riccardo Pittis e Denis Marconato nel roster) ma priva di un tiratore puro. Ed è così che nella marca trevigiana, Messina chiama Trajan Langdon, soprannominato l’assassino dell’Alaska, uno dei migliori giocatori NCAA che, però, in NBA (all’epoca ai Cleveland Cavs) non riuscì a essere mai determinante. 

A Treviso, Langdon diventa subito il protagonista e il go-to guy della squadra di Messina (oltre 15 punti di media in campionato ed Eurolega, con oltre il 45% di precisione dall’arco). Langdon, tra l’altro, dopo l’esperienza di Treviso, si trasferì in Russia al CSKA Mosca, per seguire proprio Messina e vincere due edizioni dell’Eurolega in sei anni.

Ad ogni buon conto, quella Benetton perse solo 4 partite della regular season di Serie A, vincendo Scudetto, Supercoppa e Coppa Italia, arrendendosi in Eurolega soltanto al cospetto del Barcellona di Dejan Bodiroga nella finalissima del Palau Sant Jordi.

Quella, con tutta probabilità, è stata la miglior annata della storia della Benetton Treviso o, almeno, la stagione che i tifosi biancoverdi ricorderanno per sempre con più affetto e calore. In totale sono state quattro le edizioni delle Final Four di Eurolega disputate dalla compagine della marca trevigiana (1993, 1998, 2002, 2003). 

Oltre alla finalissima persa nel 2003 contro il club catalano, la Benetton dieci anni prima (con il santone del basket, Pero Skansi, in panchina) aveva raggiunto e perso anche la finale dell’allora Coppa dei Campioni contro i francesi del Limoges allenati da Boža Maljković. La speranza per tutti è quella di rivedere al più presto la formazione biancoverde di nuovo ai vertici della pallacanestro italiana ed europea.