Una grande nave a Venezia (foto di archivio)
Una grande nave a Venezia (foto di archivio)

«Prendiamo atto della decisione del Governo, ma sono state previste le alternative? Da qui al 1° agosto non si potrà fare niente». La UIL Veneto – sia a livello confederale che con la categoria dei Trasporti – commenta così la decisione di portare le grandi navi fuori dal bacino di San Marco e dal canale della Giudecca. «Ritengo che sia giusto che le grandi navi non passino più davanti a San Marco – dichiara il segretario generale Roberto Toigoma allo stesso tempo penso che i lavoratori del porto, del turismo e dell’indotto debbano essere ugualmente salvaguardati. Le parole del ministro Franceschini, che parla di “risarcimenti per chi subisce un danno” non ci bastano: la soluzione non sono gli ammortizzatori e i ristori, ma una programmazione seria, coerente, che permetta al settore crocieristico di ripartire. Va bene portare le grandi navi fuori dal bacino di San Marco – aggiunge Toigo – ma prima deve essere chiara l’alternativa: questa è una scelta improvvisata». «Trovare un equilibrio tra la salvaguardia della città e del settore della crocieristica non è facile», aggiungono da UIL Trasporti. «Ma i tempi dettati da questo decreto rappresentano una scelta drastica che non permette di intervenire. Il decreto impone che il presidente dell’Autorità Portuale di Venezia – nelle vesti di commissario straordinario – realizzi almeno quattro punti di attracco temporanei nell’area di Marghera. È una cosa fattibile in 15 giorni? Allo stato ci sono solo delle idee, ma ci sembrano distrattive rispetto al destino di 5000 lavoratori più quelli dell’indotto infrastrutturale che ruota attorno. Oggi sono stati messi i “ceppi” alle navi e ai lavoratori, non è stato risolto il problema».