La Caserma della Guardia di Finanza a Venezia
La Caserma della Guardia di Finanza a Venezia

In relazione alla notevole ripresa dei flussi turistici degli ultimi mesi, il Comando Provinciale della Guardia di Finanza e la Polizia Municipale di Venezia hanno dato avvio ad un piano congiunto – che durerà per l’intero periodo estivo, da giugno ad agosto – di intensificazione dei controlli nei confronti delle strutture ricettive, in particolare nel centro storico lagunare, al fine di individuare prioritariamente strutture irregolari, abusive o non in regola dal punto di vista fiscale.

Il piano è stato preceduto da un’attenta attività di analisi di rischio, avviata a partire dallo scorso marzo, che si è avvalsa delle potenzialità dell’informatica operativa per pervenire ad una selezione mirata dei target da sottoporre a controllo.

Più nel dettaglio, tramite un software creato ad hoc, in grado di acquisire massivamente le informazioni presenti sulle pagine web dei siti contenenti le offerte di strutture ricettive, sono stati incrociati i dati ottenuti on line con quelli contenuti nell’elenco fornito dal Comune di Venezia relativo alle strutture censite ai fini dell’imposta di soggiorno nonché con le informazioni reddituali dei soggetti che offrono locazioni turistiche ritraibili dalle varie banche dati in uso alla Guardia di finanza.

A tutto ciò si aggiungono gli ulteriori dati acquisiti nelle scorse settimane grazie alla somministrazione di questionari per la raccolta di “informazioni” nei confronti di turisti in partenza con lo scopo di individuare le strutture presso cui gli stessi hanno soggiornato, verificarne la regolarità e pianificare apposite attività di controllo.

Solo dal 1° gennaio, le attività di controllo svolte hanno permesso l’individuazione, tra Mestre e il centro lagunare, di 16 strutture ricettive abusive, in quanto prive di autorizzazione, e l’irrogazione di sanzioni per circa 160.000.

In particolare, in terraferma, le principali irregolarità hanno riguardato il caso di una struttura ricettiva “abusiva”, gestita da un soggetto italiano, che esercitava la relativa attività in assenza della prevista autorizzazione della Regione; altra struttura, gestita da un cittadino extra comunitario, dichiarava una capacità ricettiva inferiore a quella riscontrata.

Diverso il dato in centro storico, in cui le attività di servizio hanno visto una sostanziale intensificazione specie in occasione delle festività, degli eventi concomitanti e della sostanziale ripresa dei flussi turistici: in laguna sono state individuate 15 strutture “abusive” e 17 prive dei prescritti “segni identificativi” o con pubblicità ingannevoli.