Duecentottantatre persone accolte dal 3 al 15 marzo sul territorio con il supporto della Caritas e già 618 posti letto messi a disposizione tra Venezia e l’area metropolitana. Sono alcuni dei numeri emersi alla Smart Control Room del Tronchetto, durante la conferenza stampa di presentazione delle attività messe in campo dal Comune e dalla Città metropolitana di Venezia per il supporto ai profughi ucraini che scappano dal conflitto. A parlarne nella mattina di oggi, mercoledì 16 marzo, sono stati il sindaco Luigi Brugnaro, l’assessore alla Coesione sociale Simone Venturini e il direttore dell’area Coesione sociale del Comune Danilo Corrà. Presenti anche il diacono Stefano Enzo, responsabile della Caritas diocesana e don Yaroslav Chaykivskyy, cappellano della comunità ucraina di Venezia.
Da inizio emergenza sono partite diverse direttrici organizzative per la creazione di una rete in grado di intervenire in modo capillare e coordinato. È attiva e costantemente aggiornata una pagina sul sito del Comune di Venezia dalla quale reperire tutte le informazioni utili per contattare e fornire aiuto alle persone in fuga. Iniziative portate avanti insieme alla Prefettura, alla Questura e alla Ulss 3 Serenissima, con la quale si coordina la profilassi in tema di tamponi, green pass e vaccini dei profughi. In questa prima fase sono già arrivate 396 telefonate allo sportello Dime 041.041, altre 117 al numero della centrale operativa della Polizia locale e circa 150 mail all’indirizzo dedicato ucraina@comune.venezia.it. È attivo, inoltre, un form sul portale della Città metropolitana che raccoglie la disponibilità dei cittadini ad ospitare persone in uno dei comuni dell’area. Allo stato attuale sono stati messi a disposizione 257 alloggi, di cui 89 per 187 posti letto nel solo Comune di Venezia.
“Un grande lavoro di squadra che coinvolge tutti i Comuni della Città metropolitana, il mondo del terzo settore, la comunità ucraina del territorio e le istituzioni cittadine: Prefettura, Questura e Regione”, ha dichiarato l’assessore Venturini. “Sin dalle prime notizie di guerra, su indicazione del sindaco, abbiamo voluto dar vita a un sistema nuovo, flessibile e in grado di gestire l’emergenza per non farci trovare impreparati e cercare non solo di risolvere i problemi, ma di anticiparli. Abbiamo quindi lavorato per trovare le strutture che potessero ospitare i rifugiati, abbiamo affrontato il tema della salvaguardia sanitaria, per quanto riguarda i tamponi e le vaccinazioni, e abbiamo predisposto informazioni chiare per tutti i cittadini”.
“Un’azione con regole omogenee, indicazioni certe, comunicate in modo tempestivo e tradotte anche in lingua per essere poi diffuse alla comunità ucraina, che oggi ci sta offrendo un grande sostegno. La nostra città – ha aggiunto l’assessore – sta dimostrando una grande disponibilità ad un’accoglienza consapevole. Le azioni che abbiamo messo in campo dall’inizio della guerra sono poi state prese a modello, elevate a scala regionale o nazionale. Tra queste il portale metropolitano che dimostra la capacità di saper organizzare un sistema. Siamo all’inizio di un lungo percorso, dopo i primi arrivi giungeranno molti altri rifugiati ed è importante essere organizzati sul fronte della scuola, delle attività diurne, dei trasporti, della lingua e dell’integrazione lavorativa. Temi che stiamo ponendo anche sul piano nazionale perché ai Comuni venga data quella cornice formale per mettere in campo delle azioni ulteriori”.
Sull’importanza della collaborazione tra tutti i soggetti coinvolti nell’accoglienza diffusa ha posto l’accento anche Stefano Enzo, direttore Caritas diocesana. “È il valore del far rete, una testimonianza importante di come sia l’intera Polis ad accogliere queste persone senza lasciarle sole: in un primo momento nelle strutture e poi nelle famiglie che hanno dato disponibilità”. Don Yaroslav Chaykivskyy, cappellano della comunità ucraina di Venezia, ha ricordato il sostegno offerto dalla Chiesa veneziana e dal Patriarca Moraglia. “La macchina dell’accoglienza sta funzionando e siamo davvero grati alla comunità veneta e ai numerosi volontari che stanno dimostrando grande generosità nel sostegno e nell’aiuto concreto”.
“La guerra in Ucraina – ha detto il sindaco Brugnaro – è una vicenda drammatica, che sta provocando lutti e distruzioni di intere parti di città che andranno ricostruite. I primi rifugiati sono giunti in Italia con le auto e gli aerei, adesso comincerà l’arrivo delle persone che si spostano in treno. Venezia è un luogo di frontiera e la stazione di Mestre è un punto nevralgico di smistamento delle persone. Ecco perché il Comune e la Città metropolitana di Venezia hanno voluto costituire una cabina di regia per far fronte alla situazione. I sindaci, che ringrazio, conoscono le loro comunità ed è giusto che vengano informati di quanto sta accadendo sul loro territorio perché l’assistenza deve essere coordinata. Per questo motivo è importante che chi ospita un parente o un conoscente che viene dall’Ucraina deve informare entro 48 ore il sindaco del proprio territorio, oltre alla Questura o al Comando dei carabinieri. Deve seguire immediatamente un contatto con l’Asl, che ringraziamo per la preziosa collaborazione, per tutti gli aspetti di natura sanitaria: tamponi, vaccinazioni green pass, tessera sanitaria. Infine sarà importante aiutare queste persone nell’integrazione sociale, con percorsi di alfabetizzazione e di mediazione culturale, con l’aiuto delle scuole e dei ragazzi. Dobbiamo evitare che le zone di confine diventino luoghi della disperazione e dimostrare come con l’integrazione l’Europa possa riconoscere se stessa”.