A pochi giorni dalla chiusura del meeting di Pneumologia Interventistica organizzato dalla dr.ssa Micaela Romagnoli, direttore della Pneumologia dell’ospedale Ca’ Foncello, con il dr Lucio Michieletto, direttore della Pneumologia dell’ospedale di Mestre, che ha visto relatori nazionali e internazionali riunirsi a Treviso, importanti novità arrivano dal reparto trevigiano.

L’équipe della dr.ssa Romagnoli ha infatti eseguito, per la prima volta in un ospedale del Veneto, una complessa procedura broncoscopica con sistema di guida con “fluoroscopia aumentata” in un caso di sospetto tumore del polmone. 

Grazie all’utilizzo di questa nuova tecnologia è stato possibile ottenere un adeguato campionamento istologico in questo difficile caso di nodulo polmonare apicale, che non sarebbe stato possibile raggiungere né per via transtoracica né per via broncoscopica con gli usuali sistemi di guida a disposizione come, ad esempio, l’ecografia radiale endobronchiale abbinata alla fluoroscopia classica.

La “fluoroscopia aumentata”, sistema di intelligenza artificiale portato in prova in Pneumologia a Treviso, è una nuova tecnologia americana che permette di ottenere una vera e propria ricostruzione tridimensionale della posizione del broncoscopio rispetto alla lesione polmonare, secondo il cosiddetto tool in lesion confirmation”.

Il team della Pneumologia del Ca’ Foncello, che esegue oltre 1200 broncoscopie all’anno oltre alle procedure per la diagnosi della patologia pleurica, incluse le toracoscopie mediche, ha eseguito questa difficile procedura associando la guida con “fluoroscopia aumentata” al prelievo istologico fatto con criobiopsia polmonare transbronchiale. Una metodica, quest’ultima, di campionamento polmonare utilizzata già da molti anni nella diagnosi delle malattie polmonari interstiziali diffuse che ha visto numerose pubblicazioni su importanti riviste scientifiche internazionali, anche con la dr.ssa Romagnoli come primo autore, e già da tempo utilizzata in reparto a Treviso anche per la diagnosi dei tumori polmonari. 

“Campionare per via broncoscopica il tessuto polmonare di un sospetto tumore – spiega la dr.ssa Romagnoli – non è solo una questione di modalità di campionamento (ago, pinza, criosonda, etc.), ma è, soprattutto, questione di ben ‘indirizzare’ il campionamento stesso, che può risultare difficile per la posizione molto periferica di alcuni noduli oltre che per la mancanza di una ricostruzione dell’immagine della TAC torace in 3D che possa assicurare allo pneumologo broncoscopista di essere ben all’interno della lesione al momento del prelievo istologico.

La pianificazione di un esame broncoscopico nei casi di evidenza di tumore del polmone rappresenta una fase molto delicata nell’approccio diagnostico – continua il primario -. Il progresso tecnologico degli ultimi anni ha reso disponibili vari moderni sistemi di ‘guida’ per gli pneumologi interventisti, tra cui, appunto, la fluoroscopia aumentata, la tomografia computerizzata a fascio conico (cone beam CT), la broncoscopia virtuale e con navigazione elettromagnetica, fino alla broncoscopia robotica: tutte tecnologie oggetto di numerose presentazioni all’ultimo meeting internazionale dell’American Thoracic Society, conclusosi la settimana scorsa a San Diego, negli Stati Uniti”.

“La corretta diagnosi istologica broncoscopica eseguita con i moderni sofisticati sistemi di guida permette di effettuare, con maggior sicurezza, interventi chirurgici su pazienti con diagnosi di tumore del polmone già accertata e confermata – spiega il direttore generale dell’Ulss 2, Francesco Benazzi -. Un ulteriore tassello che va ad aggiungersi alle innovazioni che la nostra Ulss 2 sta mettendo in atto nel miglioramento delle cure, sulla scia del progresso tecnologico e dell’aggiornamento continuo. Un plauso alla dr.ssa Micaela Romagnoli e al suo team per l’impegno profuso nella ricerca costante e nel fattivo confronto con i colleghi di altre realtà ospedaliere di respiro internazionale”.