Il “DDL Concorrenza”, appena approvato in Commissione parlamentare, non andrà a stravolgere l’attuale assetto normativo in materia di riassegnazioni delle concessioni delle grandi derivazioni idroelettriche discendente dalle ultime modifiche introdotte dal Decreto legge 135/2018 che ha consentito all’Italia nel 2021 di archiviare la procedura di infrazione avviato dall’Europa.
“In sostanza – dichiara l’Assessore all’Ambiente e alla Protezione Civile della Regione del Veneto – è confermato l’impianto vigente, alla scadenza delle concessioni i beni costituenti le cosiddette “opere bagnate” (dighe, opere di presa, canali, gallerie e condotte forzate) passeranno senza compenso in proprietà delle Regioni o delle Province Autonome, le stesse potranno poi procedere secondo procedure competitive a riassegnarne l’utilizzo (non la proprietà) stipulando nuovi contratti di concessione”.
Le procedure di dettaglio saranno disciplinate dalle Regioni/Province autonome con proprie Leggi, ma nel rispetto dei criteri e degli indirizzi stabiliti della norma nazionale (art. 12, d.lgs. 79/1999 da ultimo modificato dal DL 135/2018). La riassegnazione delle concessioni si riferisce solo ed esclusivamente alla gestione, infatti la proprietà della diga e dei cosiddetti beni bagnati, a concessione scaduta, resta della pubblica amministrazione e, in particolare, delle Regioni.
“Si tratta di una buona notizia e, soprattutto, è una notizia di buon senso, – commenta soddisfatto l’Assessore regionale – finalmente c’è l’opportunità di poter rivedere i contratti di concessione con gli operatori idroelettrici siglati decine di anni fa”.
I nuovi contratti di concessione con gli operatori, individuati secondo le procedure selettive previste dalla norma nazionale, saranno improntati alla tutela dei territori, agli investimenti sugli impianti ed alla gestione coordinata delle risorse idriche in un’ottica monte-valle con l’obiettivo di contemperare tutti gli interessi in gioco: l’ambiente, lo sviluppo degli impianti, la fruizione della montagna, la gestione dei livelli dei laghi e le necessità dell’irrigazione e non di meno l’occupazione; il tutto consentendo una giusta remunerazione nel tempo all’operatore che si aggiudicherà la concessione per il periodo previsto (da 30 fino a 50 anni).
“In questo lungo periodo – continua l’Assessore all’Ambiente e Protezione Civile – l’operatore dovrà corrispondere alla Regione una quota dell’energia prodotta a titolo gratuito, come già previsto delle normative regionali, che li trasferirà ai territori interessati, i canoni di concessione articolati in una parte fissa ed una variabile legata alla remunerazione dell’energia. Sia i canoni, sia la fornitura di energia gratuita saranno oggetto di competizione in sede di gara”.
“E’ una straordinaria occasione – conclude – di modernizzazione e di sviluppo di un asset strategico per il Paese Italia come quello dell’idroelettrico nonché di sviluppo dei territori”.