Il 30 ottobre Treviso Sotterranea, con il sostegno dell’Amministrazione Comunale, la collaborazione di Contarina S.p.A e grazie alla disponibilità del dirigente scolastico delle scuole Prati, si adopererà per pulire dalla vegetazione uno dei simboli della cortina muraria cinquecentesca, il leone posizionato nei pressi del bastione di Santa Sofia e ormai coperto in gran parte dall’edera e dalle piante rampicanti.
I leoni cinquecenteschi, posti lungo la cortina muraria, quelli rimasti dopo le distruzioni operate dai francesi, sono una preziosa testimonianza dello stretto rapporto tra Treviso e la Serenissima Repubblica. Il leone, posizionato attualmente nelle vicinanze del bastione di Santa Sofia, originariamente si doveva trovare nel centro del torrione d’angolo. A fianco del leone alato, con il libro aperto, si trovano gli stemmi di Leonardo Loredan, doge, e di Paolo Nani, podestà, entrambi in carica al momento della costruzione di questo tratto di mura e di Porta San Tomaso.
Nell’ottica di preservare e tutelare le mura e i suoi manufatti, Treviso Sotterranea, sempre in collaborazione con il Comune di Treviso e gli assessorati di riferimento e grazie alla solerzia di Contarina, la mattina del 30 di ottobre, dalle ore 9.00, ha organizzato la ripulitura del leone di Via Nino Bixio: dal giardino delle scuole Prati, esperti speleologi si caleranno per eliminare la vegetazione che nasconde il manufatto storico.
L’apparato scultoreo raffigurante il leone marciano di Santa Sofia è stato restaurato oltre vent’anni fa e, rischia di essere completamente invaso dall’avanzata della vegetazione infestante, composta da edera ed erbacce varie. L’attecchimento di tale vegetazione tende a compromettere nel tempo l’integrità delle giunzioni di malta e favorire il lento il lento ed inesorabile degrado degli stessi elementi lapidei. Risultava indispensabile, pertanto, intervenire quanto prima per bloccare questo degrado, assolutamente prima del periodo invernale. Tuttavia la situazione del contesto murario è assai precaria e rischia di dover necessariamente richiedere a breve termine un nuovo e radicale intervento di restauro, soprattutto per il consolidamento strutturale dell’attigua vasca in pietra d’Istria, la quale presenta una pericolosa crepa generata dall’apparato radicale degli arbusti cresciuti al proprio interno.