Il “Secondo tempo di Julian Ross”, programma di presa in carico clinico-psicologico-sportivo di ragazzi e ragazze a cui è stata diagnosticata una cardiopatia eredo-familiare a rischio di arresto cardiaco da sforzo, continua con le sue attività.
Nella palestra della Medicina dello Sport del Dipartimento di Prevenzione dell’Ulss 2 Marca trevigiana, unità operativa diretta dal dr Patrizio Sarto, si è tenuta la prima seduta del corso di rianimazione cardiovascolare con l’uso del defibrillatore, dedicato ai genitori dei giovani pazienti.
Il corso è stato tenuto dal dr Alessandro Graziano e dal coordinatore del servizio di didattica e defibrillazione precoce Valter Pietrangelo del SUEM dell’Ulss 2, diretto dalla dr.ssa Maria Luisa Ferramosca, grazie alla collaborazione tra le due unità operative.
L’idea del corso è nata per dare ai genitori dei giovani pazienti gli strumenti per poter intervenire nel caso di un arresto cardiaco nei loro figli. La proposta è avvenuta con il supporto della psicologa dell’équipe di Medicina dello Sport e, dopo un’iniziale preoccupazione, è stata accettata con entusiasmo da tutti i cinquanta genitori che, distribuiti in varie date, effettueranno il corso.
Il corso è durato un pomeriggio ed era suddiviso in una parte teorica ed una parte pratica dove sono state insegnate le manovre base di rianimazione cardiopolmonare e disostruzione delle vie aeree e, cosa fondamentale, l’uso del defibrillatore semiautomatico cruciale nel caso di arresto cardiocircolatorio. I genitori al termine del corso hanno riconosciuto come tale iniziativa sia un valore aggiunto non solo all’interno della presa in carico dei loro ragazzi ma anche per l’intera comunità.
«E’ una grande soddisfazione vedere che giorno dopo giorno si sta realizzando un programma unico nel suo genere – è il commento del dr Patrizio Sarto -. Con questo corso il progetto “Il Secondo tempo di Julian Ross” dedica la giusta attenzione non solo ai giovani pazienti ma, formando i genitori alla rianimazione cardiopolmonare e all’uso del defibrillatore, li rende parte attiva nell’eventuale necessità di un intervento di emergenza salva vita.»