“Che sia chiaro: i controlli sono ferrei perché nemmeno un euro del fondo di solidarietà per le vittime dei crack bancari vada speso in modo indebito o a fini di lucro. Il fondo è stato istituito per aiutare i cittadini più in difficoltà e più deboli tra gli 80 mila veneti coinvolti dal dissesto di Popolare di Vicenza e Veneto Banca, nonostante la Regione Veneto non abbia competenza in materia bancaria, né tantomeno possa prevedere forme di indennizzo ai risparmiatori truffati o danneggiati dalle crisi delle banche del proprio territorio”. E’ quanto ribadisce l’assessore regionale alla sanità e al sociale, Manuela Lanzarin, in merito alle preoccupazioni levatesi in questi giorni per il ‘business’ dei rimborsi attivabili con il Fondo Indennizzi Risparmiatori.
“Una cosa sono i rimborsi, previsti dalla nuova legge entrata in vigore in questi giorni e attivabile su domanda degli stessi risparmiatore – chiarisce Lanzarin – e un’altra è il contributo di solidarietà per le maggiori spese legali che la Giunta regionale del Veneto ha pensato di istituire già due anni fa per dare una mano a quanti, tra i risparmiatori ‘traditi’ dalle banche, si sono ritrovati in maggiori difficoltà e non avrebbero forse nemmeno i mezzi per difendersi in sede legale e presentare domanda di rimborso. Il nostro fondo viene erogato tramite le associazioni e i comitati, legalmente costituti, che forniscono assistenza legale giudiziale alle vittime delle banche. Abbiamo già liquidato i primi 500 mila euro, offrendo un contributo per le spese legali ad un migliaio di risparmiatori, previa presentazione delle fatture quietanziate per spese giudiziali. Ora sono stati reperiti, con fatica, nel bilancio della Regione ulteriore risorse Abbiamo già liquidato i primi 500 mila euro, offrendo un contributo per le spese legali ad un migliaio di risparmiatori, previa presentazione delle fatture quietanziate per spese giudiziali. Con fatica, tra il 2018 e il 2019 abbiamo reperito ulteriori risorse per altri 600 mila euro in modo di allargare il numero dei beneficiari dando continuità all’iniziativa solidaristica”.
L’iniziativa regionale di carattere sociale, sostiene economicamente i cittadini veneti danneggiati dalle banche attraverso un contributo alle spese per l’assistenza giudiziale legale sostenute dagli stessi. Le tre delibere della Giunta regionale che si sono succedute dal 2017 ad oggi prevedono che siano le Associazioni e Comitati costituiti ai sensi del Codice Civile, ad essere il tramite con i cittadini danneggiati. “In questo modo si è inteso valorizzare l’iniziativa di tali forme aggregative dei cittadini finalizzate alla tutela dei diritti e al perseguimento di uno scopo sociale”, sottolinea l’assessore Lanzarin.
Le Associazioni/Comitati che hanno partecipato al bando regionale e che sono state ammessi al contributo regionale sono:
Noi che credevamo nella Banca Popolare di Vicenza
Associazione nazionale azionisti banca popolare di Vicenza, di Malo (VI)
Associazioni Soci banche popolari, di Castelfranco Veneto (TV)
Federconsumatori Regione Veneto, di Venezia
Associazione A.D.O.C. Veneto, di Venezia
Associazione Casa del consumatore, di Schio (VI)
Lega consumatori Regione Veneto, di Ficarolo (RO)
Coordinamento associazioni banche popolari venete Don Enrico Torta, di Venezia.
Alle Associazioni e ai Comitati è stato richiesto, sia il possesso di determinati requisiti, sia l’esistenza di un rapporto convenzionale con studi legali o con Avvocati iscritti al competente ordine professionale preferibilmente esperti in materia bancaria, di avere un numero di rappresentati non inferiore a 10, di prendere in carico i propri rappresentati danneggiati dalle banche attraverso uno specifico modulo di adesione e di acquisire agli atti la documentazione dei propri rappresentati.
Per i cittadini danneggiati destinatari dell’intervento di solidarietà è stato prevista una soglia di reddito non superiore ai 36 mila euro, di cui l’eventuale ammontare derivate da immobili a reddito non superiore ad 8 mila euro, e un limite massimo di investimento in azioni non superiore a 80 mila nel caso di persone singole e non superiore a euro 150mila nel caso di nuclei famigliari.
La ripartizione del contributo è stata prevista in due tranche: un acconto fisso del 30%; il saldo, pari al 70% proporzionato al numero dei mandati conferiti a ciascuna Associazione/Comitato da parte dei propri rappresentati, valorizzandone l’attività svolta. Il saldo sarà erogato previa presentazione, da parte delle Associazioni e dei Comitati, di dettagliata relazione finale delle attività svolte, dell’elenco dei mandati conferiti completi di tutte le informazioni necessarie per l’individuazione dei singoli cittadini destinatari dei contributi, della rendicontazione delle spese giudiziali legali costituite da regolari fatture emesse da studio legale o da avvocati convenzionati, nonché la presentazione di attestazione comprovante l’iscrizione a ruolo delle cause ovvero la presentazione del ricorso all’Arbitro per le Controversie Finanziarie della Consob o altro organismo arbitrale che dovesse sostituire quest’ultimo, entro il termine massimo di 180 giorni dall’erogazione dall’acconto, pena la decadenza dell’assegnazione dello stesso ed obbligo di restituzione di quanto percepito a qualsiasi titolo. “I controlli sono quindi rigorosi ed efficaci – conclude l’assessore – a garanzia del contribuente pubblico e a tutela dei risparmiatori e della finalità solidaristica dell’iniziativa”.