«Questi 600mila giocattoli pericolosi made in China erano diretti ai nostri bambini. Il sindaco della Lega Bitonci aveva promesso di chiudere i capannoni dei cinesi, invece dopo un anno stanno ancora lì! Noi del M5S gli abbiamo scritto per aiutarlo, ma lui non ci ha risposto. Queste sono le grandi battaglie e la coerenza della Lega» queste le parole molto dure di Jacopo Berti nei confronti del sindaco di Padova. Gli imprenditori veneti diminuiscono, quelli cinesi aumentano del 40%. E Padova, purtroppo, si conferma come il polo logistico ideale per lo smistamento della merce cinese contraffatta, che dalla città del Santo prende le vie per i mercati del NordEst. Anzi: il rischio che il “sistema Prato”, basato sul nero e sulla contraffazione, diventi un modello ad applicare sul polo padovano è sempre maggiore. Con tutte le conseguenze del caso per una situazione che potrebbe rivelarsi disastrosa per l’economia padovana e veneta.
A seguito della conferenza co-organizzata con lo scrittore Selvatici e il presidente della Camera di Commercio di Padova, anche il senatore del M5S Giovanni Endrizzi tira in ballo il sindaco di Padova: «È una situazione drammatica che richiede soluzioni radicali e a tutti i livelli. Da quello comunale e regionale a quello parlamentare».
Insieme al capogruppo del M5S in Regione Jacopo Berti e al consigliere comunale di Padova Giuliano Altavilla, i 5 Stelle fanno un annuncio e una proposta al sindaco Bitonci.
«Noi quel centro lo vogliamo chiudere – sottolineano i rappresentanti del M5S – e sappiamo che anche Bitonci lo scorso febbraio aveva annunciato di avere la stessa intenzione. Al momento non l’ha ancora fatto? Non vogliamo polemizzare, ma forse gli serve una mano. Noi ci siamo. Siamo pronti a dargliela, nell’interesse comune, delle imprese padovane e venete e della salute dei cittadini, messe a rischio dall’invasione commerciale cinese».
Berti, Altavilla e il senatore Endrizzi chiedono una formale risposta dal sindaco ed un incontro per l’apertura di un tavolo in cui discutere i possibili percorsi.
Gian Nicola Pittalis