Sono già lì, tutti quanti, a pensare alla prossima sfida. Quella di lunedì 27 allo Stade de France, l’ottavo di finale. Perché l’Europeo, per l’Italia, quello vero, comincerà quel giorno alle sei della sera e non ci saranno prove d’appello. E dunque c’è il problema di dare un senso alla sfida di oggi a Lille contro l’Irlanda.
Turnover
Con gli azzurri imbottiti di riserve, intimamente divisi fra la voglia di far filotto e quella di rendere pan per biscotto a Ibra, 12 anni dopo quello fra svedesi e danesi che ci mandò fuori come in una qualsiasi fra le mille strane partite di fine stagione nella nostra serie C. In ogni caso saranno motivazioni deboli per una squadra come l’Italia che per far bene deve sentire sul collo l’alito caldo della disperazione o dell’esaltazione. Senza annoiare con cifre e percentuali, basta dire che il confronto fra rendimento azzurro nelle partite ufficiali e nelle amichevoli è da dottor Jekyll e mister Hyde. E stasera sarà molto dura, con gli altri che si giocheranno l’anima e noi niente. Tanto più che la vigilia è andata tutta quanta per l’attesa del prossimo avversario, visto che era l’unica variabile.
Il futuro
Insomma, niente di nuovo per momenti come questo, dove può anche capitare che Daniele De Rossi venga utilizzato impunemente come fine politologo per commentare l’esito delle Comunali a Roma, che ci sia chi titola “Eder come Baggio” e solo in pochi appallottolino il giornale. O che ci si dimentichi che il numero 10 ce l’ha Thiago Motta. Insomma, è stato di grazia allo stato puro. Godiamocelo, perché da lunedì si farà tremendamente sul serio.
Gian Nicola Pittalis