La proposta della candidatura presentata al Norwegian Nobel Institute di Oslo dalla Fondazione Gorbachev per l’assegnazione del Nobel per la Pace al “corpo sanitario italiano” che ha affrontato, tra i primi in Occidente, gli effetti della pandemia COVID-19 è rimbalzata anche Jesolo, la città che nel 2020 ha intitolato proprio alla sanità d’Italia un tratto del suo lungomare. Ad esprimere la soddisfazione per l’iniziativa è il sindaco, Valerio Zoggia:
“La candidatura al Nobel per la Pace al corpo sanitario italiano è forse il miglior tributo all’impegno e al sacrificio di chi ha combattuto l’emergenza, soprattutto nelle “prime ore” della pandemia quando le condizioni di lavoro e di assistenza ai malati si sono dimostrate insostenibili. Non dobbiamo dimenticare che in molte occasioni, nel corso dell’ultimo anno, in particolare medici, infermieri e operatori sociosanitari sono stati gli occhi e le mani che hanno accudito e accompagnato tanti italiani, padri, madri, nonni, nonne negli ultimi momenti di lotta alla malattia. L’abnegazione e la professionalità che si sono tradotti anche in autentico sacrificio hanno rappresentato un argine al contenimento dell’emergenza. Uno sforzo che è stato sostenuto anche da farmacisti, psicologi, fisioterapisti, biologi e tecnici cui va l’immensa gratitudine e l’abbraccio dell’Italia. Non c’è angolo del Paese che non abbia dovuto fare i conti con la conseguenza di questa emergenza globale. Jesolo la prima linea l’ha vissuta con il covid-hospital, dove speranza e sconforto si sono intrecciate nelle storie di tante persone, venete e non, che hanno affrontato la malattia. Centinaia di professionisti si sono adoperati per aiutare chi si è trovato nella sofferenza. Proprio per l’esperienza diretta vissuta, la città ha deciso di intitolare nel 2020, un tratto del suo lungomare alla “Sanità d’Italia” in segno di riconoscenza e gratitudine per l’immensa sfida che ha dovuto affrontare. Il Nobel per la Pace sarebbe la somma certificazione, una medaglia al merito che ciascun sanitario potrebbe portare con fierezza sapendo di aver fatto la differenza”.