Confagricoltura Veneto esprime soddisfazione per la pubblicazione in
Gazzetta Ufficiale del Dpcm che programma gli ingressi in Italia di 82.705 lavoratori
extracomunitari stagionali e non stagionali.

L’emanazione del decreto flussi è particolarmente importante per il settore agricolo, in cui continua a registrarsi una forte difficoltà a reperire manodopera disponibile e adeguatamente qualificata e dove la componente dei lavoratori stranieri ha assunto ormai una dimensione strutturale che presenta un’incidenza superiore a tutti gli altri settori produttivi.

Decreto flussi: i dettagli

Al lavoro stagionale nei settori agricolo e turistico-alberghiero sono state destinate 44.000 quote, la metà delle quali riservate alle associazioni datoriali agricole. Si tratta di un numero in crescita rispetto all’anno precedente (14.000) che conferma la fiducia nel ruolo che le associazioni agricole comparativamente più rappresentative possono svolgere in questa delicata materia.

Tra i Paesi che hanno sottoscritto un accordo di cooperazione in materia migratoria figurano Albania, Algeria, Bangladesh, Bosnia-Herzegovina, Costa d’Avorio, Egitto, Etiopia, Gambia, Ghana, India, Kosovo, Marocco, Moldova, Niger, Nigeria, Pakistan, Senegal, Tunisia e Ucraina.

Le domande potranno essere presentate dalle 9 del 27 marzo fino all’esaurimento delle relative quote o, comunque, non oltre il 31 dicembre.

I commenti degli esponenti di Confagricoltura Veneto

“Accogliamo con soddisfazione il decreto che riapre i flussi – sottolinea Lodovico Giustiniani,
presidente di Confagricoltura Veneto -, in un momento in cui c’è la necessità di reperire
manodopera per tutto il settore agricolo, sia per la raccolta, sia per altre lavorazioni. Adesso serve uno sforzo da parte delle amministrazioni competenti affinché l’iter burocratico per l’ingresso dei cittadini extracomunitari venga snellito e consenta alle imprese agricole di poter contare su questi lavoratori già nelle prime campagne di raccolta primaverili”.

L’anno scorso, infatti, le procedure burocratiche a rilento avevano causato gravi ritardi nel
reperimento della manodopera, dato che in maggio ancora non si sapeva quando sarebbero arrivati i lavoratori stranieri richiesti con il click day in febbraio in base al decreto flussi. Le campagne di raccolta erano iniziate con carenze di braccianti, determinando una situazione di grave disagio per le aziende agricole, costrette a provvedere al reperimento dei lavoratori con altri sistemi.