Dopo settimane di trattative, conferme e smentite, ieri è arrivata l’ufficialità: a partire dalla stagione 2018/19, il campionato di rugby Guinness Pro12 verrà ampliato ai due club sudafricani che ne avevano fatto apposita richiesta, i Free State Cheetahs di Bloemfontein e i Southern Kings di Port Elizabeth.
Nell’ex Celtic League, come sappiamo, milita da qualche anno anche la Benetton Treviso, che assieme alle Zebre di Parma è l’unica squadra di rugby italiana ammessa alla partecipazione nel prestigioso campionato a baricentro nordeuropeo. Inutile dire che il prepotente ingresso, dall’anno prossimo, di due club provenienti da un rugby di primo livello, presumibilmente destinati a primeggiare anche nel futuro Pro14, rischia di svilire la valenza tecnica delle due formazioni italiane, o quantomeno dei Leoni che, dopo qualche stagione iniziale più incoraggiante del previsto, negli ultimi tempi sono diventati fanalino di coda proprio assieme alla compagine emiliana.
Per dovere di cronaca dobbiamo sottolineare come il massimo dirigente del circuito Guinness, Martin Ananyi, a margine di un recente incontro col presidente della FIR Alfredo Gavazzi, abbia rassicurato i sostenitori italiani della palla ovale, dichiarando che “la partecipazione di Benetton Rugby e Zebre al nostro campionato non è né verrà messa in discussione”.

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Ma è pacifico che l’approdo, fra un anno, di Cheetahs e Southern Kings, col carico di riflettori che ciò porterà sul già ben pubblicizzato rugby europeo, dovrà rappresentare una motivazione in più perché almeno la Benetton si attrezzi per tornare a non essere soltanto una comparsa. Infondo il club che da decenni guida il movimento italiano merita di provare ad essere un minimo protagonista anche sulla scena internazionale.