Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro

Lì per Lì si chiama la mostra di Fausto Delle Chiaie che si inaugura al Museo Nazionale Concordiese di Portogruaro domani, 19 Settembre. Essa nasce un po’ per caso grazie all’incontro di Alessandro Maganza, esegeta dell’artista romano, e il direttore della galleria comunale Boris Brollo che conosceva il lavoro dell’Autore. E quindi un po’ il caso, un po’ l’amicizia hanno fatto sì che Lì per Lì si strutturasse in esposizione. Questa mostra gode di diversi interventi critici primo fra tutti quello di Pino Giannini, giornalista; del Direttore Regionale dei Musei del Veneto: Daniele Ferrara, pure lui romano di origine il quale conosce l’opera di Delle Chiaie; poi di Boris Brollo e di un’ampia “antologia critica”.

Il catalogo riporta riprodotte una cinquantina di opere dell’autore, fra cui alcune eseguite per Portogruaro come quella de “Il Museo è quello dietro” dedicata all’Asvo (Azienda Servizi Veneto Orientale) che è main sponsor della stessa manifestazione. La mostra durerà sino al 10 gennaio 2021, pur nelle ristrettezze dovute all’emergenza Covid 19 con gli orari ridotti del Museo suddivisi fra venerdì mattina, sabato pomeriggio e domenica fra mattina e pomeriggio.

La formazione artistica di Fausto Delle Chiaie, avviene dopo gli studi alla Scuola Libera del Nudo all’Accademia di Belle Arti di Roma. Egli si avvicina alle correnti dell’Arte Povera e dell’Arte Concettuale. Intraprende una carriera artistica sui generis, ponendosi deliberatamente fuori dai circuiti istituzionali dell’arte ufficiale, e scegliendo lo scenario urbano come oggetto della sua ricerca. La strada, i materiali di scarto, i passanti che la attraversano, diventano spunto e situazione creativa per la realizzazione delle sue opere. In questo senso l’Enciclopedia Treccani definisce le sua azioni artistiche “episodi isolati di street art ante litteram”.

Nel 1986  teorizza l’infrazionismo artistico e redige il “Manifesto Infrazionista” con cui spiega: “l‘infrazione è  azione, donazione, collocazione di una o più opere mostrate a terra da parte dell’artista, nei luoghi dell’arte, e il suo susseguente allontanamento dall’opera e dal luogo…”. Dal 1989  sceglie, come luogo d’azione stabile,  lo scenario urbano di Piazza Augusto Imperatore, dove quotidianamente allestisce e rinnova  -lungo il marciapiede che divide il Mausoleo  di Augusto dall’Ara Pacis- il suo Museo all’Aria Aperta. I lavori di Delle Chiaie sono, per lo più, micro installazioni ottenute con oggetti abbandonati per strada che, sapientemente assemblati, rifunzionalizzati e risemantizzati (tramite  sagaci e paradossali didascalie) raccontano,  tra poesia e ironia, luci e ombre della società contemporanea.

Critici e curatori d’arte, tutti di chiara fama, quali  A. Bonito Oliva, C. Christov-Bakargiev, I. Blazwick, J. Hoet, e  artisti come D. García e C. Pietroiusti, hanno visionato e apprezzato i suoi lavori invitandolo ad importanti  mostre internazionali. Le sue opere sono state esposte dal Belgio  all’Irlanda, dal Trevi Flash Museum all’Auditorium  di Roma, dalla Biennale di Venezia fino  al Museo d’Arte Contemporanea di Roma. Al suo percorso artistico sono stati dedicati diversi programmi Rai, film documentari, tesi di laurea, libri ed una monografia ragionata: “Fausto Delle Chiaie. L’arte? Rubbish!”, edita da Electa, con saggio introduttivo di Achille Bonito Oliva.