In una vicenda che ha scosso l’opinione pubblica e sollevato interrogativi sul sistema di affidamento minorile, un bambino di soli 6 anni è finalmente tornato tra le braccia della sua famiglia dopo essere stato affidato a una struttura a cento chilometri di distanza dai genitori. La storia, che ha visto una mobilitazione senza precedenti della comunità locale, si è conclusa positivamente grazie all’intervento di autorità e alla perseveranza della famiglia.

La mobilitazione pubblica e l’intervento delle autorità

La situazione aveva generato un’ondata di indignazione pubblica tale che, nel dicembre scorso, oltre mille cittadini della Marca avevano inviato una petizione al Governatore Luca Zaia, chiedendo un intervento a favore della famiglia e del bambino. La famiglia stessa si era rivolta direttamente al Governatore e all’assessore Manuela Lanzarin, cercando supporto istituzionale.

La svolta è arrivata con il cambio dei Servizi Sociali: i nuovi operatori hanno presentato relazioni aggiornate al Tribunale, portando alla decisione di far rientrare il bambino in famiglia. Inizialmente, il minore sarà affidato alla zia, per poi tornare definitivamente dai genitori.

Le accuse contro i precedenti operatori dei servizi sociali

L’associazione Famiglie Unite, che ha sostenuto i genitori durante questa difficile battaglia, ha dichiarato: “Il direttore della precedente unità operativa complessa locale e la vecchia equipe, composta da tre assistenti sociali e una psicologa, sono stati denunciati per reati gravissimi. Ciò che ci preoccupa è che questi operatori continuano a lavorare con bambini e famiglie.”

L’avvocato Miraglia, legale della famiglia, ha espresso grande soddisfazione per l’esito positivo della vicenda, sottolineando l’importanza del ritorno del bambino nel suo ambiente familiare naturale. Ha inoltre evidenziato come questo risultato sia stato possibile grazie alla tenacia della famiglia, al sostegno della comunità e all’attenzione delle autorità competenti.

Le denunce e la richiesta di giustizia

Sono state presentate denunce per gravi reati, tra cui violenza privata, maltrattamenti, falsità ideologica e mancata esecuzione dolosa del provvedimento di un giudice. L’avvocato Miraglia ha dichiarato: “È inaccettabile che operatori incaricati della tutela dei minori abbiano agito in modo contrario ai principi di protezione e di cura che sono alla base della loro professione.”

Il legale ha inoltre espresso la speranza che la magistratura approfondisca ogni aspetto di questa triste vicenda e punisca i responsabili, garantendo così la protezione di tutti i minori affidati ai servizi sociali.