Ieri pomeriggio a mettere in fila i consiglieri che saranno presenti al Consiglio comunale di Venezia saltava fuori il numero 18. Vale a dire il numero minimo di consiglieri necessari alla maggioranza di centrodestra per garantire – qualora l’opposizione decidesse di fare lo sgambetto, e di non presentarsi in aula – il numero legale per lo svolgimento del parlamentino locale, convocato per la mattinata di venerdì, 29 luglio.
Ordine del giorno
E poiché all’ordine del giorno non ci sono un marciapiede sbeccato e un lampione inclinato – che pur meriterebbero rispetto – ma c’è la tormentata manovra di bilancio, è scattato l’allarme tra i consiglieri di maggioranza, e in particolare tra quelli della lista Brugnaro, che vanta il maggior numero di consiglieri che, venerdì prossimo, risultano assenti perché sotto l’ombrellone o a passeggiare in montagna. Con una serie di e-mail e telefonate per cercare di portarli in aula, fosse anche con il costume sotto i pantaloni. Per capire come stanno le cose bisogna fare due conti: la maggioranza è composta da 25 consiglieri comunali, di cui 7 venerdì risultano in ferie. Stando alle informazioni che giravano ieri nei messaggi tra i telefoni dei consiglieri sei sono della lista Brugnaro (Senno, Pellegrini, Pea, Casarin, Locatelli e Serena) ma solo tre, con largo anticipo, avevano fatto sapere che non ci sarebbero stati. Un consigliere (Lavini) è invece di Forza Italia, e pure lei aveva avvisato già da tempo che a fine luglio non ci sarebbe stata. Previsti presenti invece i cinque consiglieri delle altre 4 liste di governo, Lega, lista Boraso, lista Zaccariotto e Area Popolare.
Numeri
Numeri risicati, troppo. Perché se la maggioranza – per un consigliere malato o imbottigliato nel traffico – dovesse scendere a 17, l’opposizione potrebbe decidere di rimanere in aula e mantenere il numero legale, ma anche abbandonare l’aula facendo saltare l’approvazione dell’assestamento di bilancio – obbligatoria entro fine luglio – mettendo il Comune all’angolo e obbligando la prefettura a intervenire concedendo una deroga tassativa di alcuni giorni. «Diciotto è il numero minimo e per ora ci siamo: ma se qualcuno si ammala o ha un imprevisto?», è la sintesi della riflessione che facevano ieri alcuni esponenti della maggioranza, «il bilancio è l’atto politico più importante di una maggioranza di governo e la posta in gioco è troppo alta. Non possiamo permetterci una figuraccia o, nel peggiore dei casi, se l’opposizione decidesse di lasciare l’aula, di mandare tutto all’aria e andare tutti a casa». Ecco perché nei giorni scorsi sono partite una serie di e-mail e telefonate, rivolte ai consiglieri con la valigia pronta, con l’obiettivo di ricompattare la squadra, arrivare a 19-20 consiglieri, e puntellare con maggiore forza politica la delibera. I fucsia tranquillizzano: qualcuno dovrebbe tornare dalle ferie o rinviare la partenza, in ogni caso il numero minimo dei 18 consiglieri sarà assicurato. Sperando che nessuno prenda il raffreddore.
Gian Nicola Pittalis