Rispetto all’inizio della crisi del 2008, al 30 giugno di quest’anno sono stati recuperati 21.070 posti di lavoro. In calo la disoccupazione: i disoccupati al 30 giugno 2018 erano 16.210, al 30 giugno di quest’anno 13.235. Tutti i settori mostrano segno positivo: il saldo fra assunzioni e licenziamenti nel settore industriale è di +3.540, nell’agricoltura +1.840, nei servizi + 1.050.
Per quanto riguarda le tipologie contrattuali, cresce notevolmente il numero di contratti a tempo indeterminato: +6.930, fenomeno che rispecchia la dinamica regionale e che deriva da tre fattori: il consolidamento e la stabilizzazione del gran numero di contratti a tempo determinato stipulati negli anni precedenti con le trasformazioni, gli incentivi per le assunzioni under 35 e il «Decreto Dignità» che ha ridotto l’utilizzo libero dei contratti a tempo determinato, che infatti crollano chiudendo il semestre a -2.900. Il saldo dei contratti in somministrazione è positivo (+1.870), ma il numero di assunzioni è di appena 13.800 contro le 23.035 dello stesso periodo del 2018.
Le aziende della Marca cercano soprattutto operai specializzati e semispecializzati, impiegati e tecnici: la somma delle assunzioni di questa tipologia di lavoratori è pari a 30.795 unità e supera abbondantemente il dato delle assunzioni dell’operaio generico, pari a 14.040 unità.
“Il Mercato del lavoro sta vivendo una fase di profondo cambiamento – ha spiegato Roffarè -: se da un lato l’occupazione tiene e ci sono state molte stabilizzazioni contrattuali, soprattutto nell’industria, dall’altro lato si registrano salari più bassi, un aumento del part-time più imposto che scelto e orari di lavoro spezzettati soprattutto nel settore dei servizi. È evidente che non si può concentrarsi solo sui saldi senza tener conto della quantità di ore lavorate e della qualità delle stesse”.
“Il lavoro – ha sottolineato il Segretario generale Cinzia Bonan – è sempre più polarizzato tra mansioni semplici e professionalità medio-alte. Proprio per questo motivo gli investimenti per la formazione e la riqualificazione, in particolare per Industry 4.0 sono sempre più fondamentali, così come il potenziamento delle politiche attive”.