Nell’ambito delle attività svolte interforze sul quartiere Piave di Mestre, nella mattinata odierna i Carabinieri della Compagnia di Mestre, in una operazione congiunta con le unità specializzate in materia di lavoro e sanità, nella mattinata di oggi, hanno denunciato un cittadino originario del Bangladesh K.R.I. classe 1983, ma residente a Mestre da anni e titolare dell’albergo “Giovannina” di via Dante.

L’albergo è posizionato in pieno centro a Mestre, in una zona che collega via Piave con via Cappuccina ed è gestito da una famiglia del Bangladesh, ma all’interno degli ambienti si riscontrava ogni tipo di violazione.

Alle pattuglie in uniforme si sono affiancate le unità in abiti civili, alle quali si sono aggiunte le unità specializzate dell’Arma in materia di lavoro e sanità, fornite dal Nucleo Ispettorato Lavoro Carabinieri di Venezia e dei N.A.S. di Treviso, che hanno potuto lavorare così con la necessaria cornice di sicurezza.

Gli operatori hanno scoperto palesi e numerose violazioni in materia di sicurezza e igiene dei luoghi di lavoro, tali da non consentire la prosecuzione delle attività in corso. La sporcizia, il degrado, le carenze strutturali, il cattivo odore, la mancanza delle più elementari condizioni di sicurezza, le pessime condizioni igienico-sanitarie dei luoghi di lavoro, l’assenza di idonei mezzi antincendio, e addirittura la presenza di cavi elettrici scoperti, senza alcuna protezione, esponevano i lavoratori occupati a elevati rischi per la loro incolumità.

I militari dell’Arma hanno fatto accesso alla struttura controllando simultaneamente tutti gli ambienti comuni e le camere, con i loro rispettivi occupanti e rilevando numerose potenziali violazioni in materia di lavoro e di sanità: omessa valutazione dei rischi/informazione/formazione dei lavoratori, omessa dotazione presidi sanitari, omesse revisioni impianti, mancate esposizioni cartellonistiche di legge.

Al termine del complesso controllo, l’immobile è stato sottoposto a sequestro preventivo, mentre per il titolare è scattata la denuncia di carattere penale e 72.000 euro di sanzioni amministrative. A questo si aggiunge la denuncia per omissione di comunicazione sugli alloggiati, poiché uno degli ospiti albanese, oltre a non essere registrato, era inserito in Banca Dati per la notifica della misura cautelare del “divieto di dimora nella Provincia di Venezia” emessa dall’Autorità Giudiziaria per spaccio di stupefacenti commesso proprio su Mestre nel 2016, pure eseguita dai militari del Nucleo Operativo e Radiomobile.