Le mestruazioni scarse (o ipomenorrea) sono una condizione particolare che si verifica quando si riduce la durata e la quantità del ciclo mestruale, ovvero quando ci sono delle perdite inferiori a 20 ml.

Se si tratta di un fenomeno sporadico e transitorio, la riduzione del flusso nella donna di per sé non deve destare particolare preoccupazione. Tuttavia, se il disturbo permane nel tempo o è associato anche ad altri sintomi è sempre bene consultare uno specialista per individuarne le cause scatenanti.

Mestruazioni scarse: le possibili cause

Alla base dell’ipomenorrea possono essere molteplici fattori. È possibile, ad esempio, che un ciclo particolarmente scarso sia associato ad un’alterazione della struttura dell’utero o ad una riduzione delle sue dimensioni.

Tuttavia, questo disturbo può essere legato a possibili lesioni nell’endometrio, infiammazioni o esiti cicatriziali. Così come a disturbi ormonali, polipi, cisti ovariche, malfunzionamento tiroideo, determinate patologie o in presenza di situazioni di forte stress.

I sintomi correlati all’ipomenorrea

Il sintomo più evidente e caratteristico di questo disturbo è dato da una sostanziale riduzione della quantità e della durata del ciclo mestruale.

Tuttavia, ad esso possono associarsi anche eventuale dolore al seno, nausea, spossatezza,  perdite di sangue prima delle mestruazioni, irregolarità del flusso e gonfiore addominale.

Possibili complicazioni e trattamento

Se il ciclo mestruale tende a ridursi dopo i quarant’anni, l’ipomenorrea può essere un primo indizio di pre-menopausa. Tuttavia, in alcuni casi questo disturbo può comportare anche difficoltà di concepimento o può far ipotizzare la presenza di alcune patologie a carico dell’apparato riproduttivo femminile.

Pertanto, qualora si verifichino perdite anomale, dolori addominali o qualsiasi altro “campanello d’allarme” è sempre opportuno effettuare una visita di controllo con uno specialista.

Il trattamento specifico, infatti, varia a seconda della natura dell’ipomenorrea. Se il fenomeno è transitorio e di lieve entità, ad esempio, può essere sufficiente modificare il proprio stile di vita. Al contrario, se alla base del disturbo si riscontrano delle motivazioni fisiche o patologiche, il medico valuterà e prescriverà l’iter terapeutico più indicato.