Ferruccio Destro e Genny Scantamburlo, vittime del tragico incidente stradale
Ferruccio Destro e Genny Scantamburlo, vittime del tragico incidente stradale

E’ stato chiesto il processo per l’automobilista che, con una rovinosa uscita di strada, avrebbe causato la morte di Genny Scantamburlo e Ferruccio Destro.

L’accusa

Dovrà rispondere della pesante accusa di duplice omicidio stradale un 76enne di Fiesso d’Artico, F. S., accusato di aver causato, con un’uscita di strada in auto, la morte dei due incolpevoli passeggeri che trasportava: Genny Scantamburlo, che aveva solo 39 anni, e Ferruccio Destro, di 77, entrambi di Mira, dove le due vittime erano molto conosciute e dove la tragedia aveva scosso tutta la comunità.

Le indagini preliminari

A conclusione delle indagini preliminari sul drammatico incidente successo giusto un anno fa, il 7 maggio 2022, nello stesso territorio comunale mirese, in località piazza Vecchia, in via Argine Destro Idrovia che collega Mira alla Statale 309 Romea, il Pubblico Ministero della Procura di Venezia titolare del relativo procedimento penale, la dottoressa Antonia Sartori, ha chiesto il rinvio a giudizio per il conducente della macchina, una Fiat Coupé, iscritto fin da subito nel registro degli indagati e peraltro l’unico a uscire vivo da quella spaventosa carambola.

L’udienza preliminare

Riscontrando la richiesta, il Gup del Tribunale lagunare, il dottor Antonio Liguori, ha fissato per il prossimo 26 ottobre 2023, alle ore 13, l’udienza preliminare di un processo dal quale i parenti delle due vittime, che si sono affidati a Studio3A-Valore S.p.A., si aspettano  giustizia per i loro cari.

La perizia

Il Sostituto procuratore, anche sulla scorta della consulenza tecnica cinematica sul sinistro affidata all’ingegner Pierluigi Zamuner, contesta all’imputato l’esclusiva responsabilità del sinistro e di aver causato la morte delle due persone che trasportava “per imprudenza, negligenza, imperizia e con violazione dell’articolo 141 del Codice della Strada”, citando l’atto del magistrato.

Dall’inchiesta e dalla perizia è infatti emerso che F. S., che percorreva via Argine Destro Idrovia in direzione della SS 309, “giunto all’altezza di un’ampia curva a destra a ridosso con la confluenza con la Statale Romea, segnalata con segnale di pericolo, omettendo di regolare la velocità in relazione alle condizioni dei luoghi perdeva il controllo del mezzo” prosegue il Pm nella sua richiesta di rinvio a giudizio: la velocità della macchina è stata stimata dal perito in almeno 70 chilometri all’ora, troppi, più della soglia critica oltre la quale si ha l’inevitabile sbandamento del veicolo.

L’incidente

Il resto, purtroppo, è tristemente noto: l’auto è uscita di strada sulla sua sinistra, ha travolto alcuni cartelli stradali, è rovinata nel terreno adiacente percorrendo oltre quaranta metri e si è rovesciata, finendo così la sua folle corsa capottata. Una serie di ripetuti e violenti impatti che purtroppo non hanno lasciato scampo a Genny Scantamburlo e Ferruccio Destro; il conducente, pur rimasto anch’egli gravemente ferito, alla fine si è invece miracolosamente salvato, ma ora dovrà rispondere, come detto, dell’accusa di duplice omicidio stradale.