“Siamo per un test, non per una passerella, perché il governo vuole toccare con mano e verificare l’andamento dei lavori”. Così il Presidente del consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha introdotto il suo intervento al test generale per l’innalzamento delle 78 paratoie del Mose. “Abbiamo una poderosa opera che attende da anni il completamento, nata per un obiettivo non immaginifico ma concreto: salvaguardare Venezia dall’acqua alta. In occasione dell’acqua Granda del novembre scorso ci siamo fatti la promessa che venisse completata. Oggi siamo qui con un approccio laico e pragmatico: che funzioni. È un’opera oggetto di critiche, rallentata nella sua esecuzione, con episodi di corruzione assolutamente deprecabili che noi non dobbiamo dimenticare. Adesso dobbiamo concentrarci sul superamento di tutto, delle premesse buone e delle critiche. Io dico a chi sta protestando, ed ai cittadini intellettuali che hanno delle perplessità: auguriamoci che funzioni. Siamo arrivati all’ultimo miglio. La completeremo nel 2021, ma se il funzionamento risponderà alle nostre aspettative, noi avremo quanto promesso in anticipo. Non bastano risorse finanziarie e mi fa piacere che Brugnaro lo abbia ricordato. Dobbiamo veramente evitare l’acqua alta, che distrugge il tessuto economico e produttivo, oltre a rovinare il patrimonio storico ed artistico”.
Poi, esattamente alle ore 10.48 il Presidente Conte ha dato il via al test: “Si dia inizio al sollevamento delle quattro barriere”.
Dopo l’innalzamento delle paratoie, il Primo Ministro ha risposto alle domande della stampa. “Sulla gestione del Mose – ha detto – stiamo lavorando ad una struttura in cui tutte le società che hanno titolo per parlare alle decisioni parteciperanno, sarà la struttura per la gestione e la manutenzione del Mose, anche per l’approvvigionamento delle risorse finanziarie”.
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