Sono talmente diffusi ovunque sul territorio regionale che non ci sono neppure i numeri ufficiali: impossibile ormai contarli, sono i cinghiali in Veneto. Se nel Veneziano sono ancora circoscritti nelle zone del Cavallino e nella località della Brussa a Caorle non possiamo rilassarci. Le stime di Coldiretti parlano di 90mila cinghiali che scorrazzano indisturbati dalla campagna fino in città. Un’emergenza che ha fatto arrivare a Venezia gli agricoltori di Coldiretti da tutte le province per denunciare un fenomeno incontrollato che è diventato un problema di ordine pubblico e sicurezza. Per questo oggi in Piazzale Santa Lucia gli agricoltori di Coldiretti Veneto hanno organizzato un flash mob “silente” per testimoniare lo stato in cui gli operatori agricoli e i cittadini sono costretti ad affrontare l’invasione dei cinghiali dalle campagne alle città. Il fenomeno che lascia tutti “senza parole” è stato spiegato attraverso l’esposizione “muta” di grandi immagini con ritratti ettari di mais devastati, foto di incidenti stradali e di cinghiali che scorrazzano indisturbati nei centri residenziali, rovistando tra i cassonetti di rifiuti a ridosso delle abitazioni.
Una situazione fuori controllo favorita dall’emergenza Covid che con il lockdown ha lasciato campo libero a intere colonie che dagli spazi rurali si sono spinti fino alle aree urbane arrivando sempre più vicini alle famiglie, nei parchi dove giocano i bambini o alle scuole. Gli animali selvatici distruggono produzioni alimentari, sterminano raccolti, assediano campi: non più di tanto possono fare i circa 7mila selecontrollori. Il dossier elaborato da Coldiretti evidenzia danni periziati per oltre un milione di euro di cui liquidati poco più della metà. Un importo assolutamente sotto stimato – commenta Coldiretti Veneto – perché gli agricoltori esasperati hanno addirittura smesso di presentare le istanze. La questione non è solo agricola – ha spiegato Daniele Salvagno presidente di Coldiretti Veneto insieme al vice Carlo Salvan sul palco – coinvolge tutti produttori, allevatori, residenti nei centri urbani, automobilisti, turisti, altre specie animali. A sostenere la denuncia di Coldiretti più di 50 sindaci schierati con fascia tricolore a testimonianza di un impegno quotidiano di tutela del territorio. Territorio che è giusto preservare sano e sicuro, come ha ricordato il Presidente di Terranostra Diego Scaramuzza, per i turisti che sempre di più arrivano nei nostri paesi apprezzando la biodiversità ambientale, produttiva e il ricco patrimonio enogastronomico che ci rende unici nel mondo. Non si possono poi tralasciare le gravi problematiche che, specie nel veneziano sono provocate dalle nutrie, un roditore che già da parecchi anni sta creando dissesto nelle campagne, arrivando ora anche in città.
La nutria infatti è colonizzata lungo la rete idraulica di bonifica della provincia di Venezia tanto che si stima la presenza di diverse decine di migliaia di capi e la situazione sta peggiorando quotidianamente mettendo a rischio la stabilità e l’integrità degli argini di canali e fiumi con l’aggravarsi del problema in questi ultimi anni di piogge torrenziali. Ecco che l’appello degli agricoltori veneziani alla politica, durante la mobilitazione di oggi che ha interessato tutta Italia, è di non dimenticare anche questa pesante situazione che colpisce le nostre campagne.
A turno si sono alternati con dichiarazioni di appoggio il Presidente del Consiglio del Veneto Roberto Ciambetti e i capi gruppo consiliari ai quali Daniele Salvagno ha consegnato il dossier su “L’assedio dei cinghiali in Veneto”. Al Presidente della Giunta Luca Zaia, si è rivolto Daniele Salvagno insieme a tutta la giunta di Coldiretti veneto sottolineando ”Non possiamo nasconderci dietro un dito: il vecchio Piano non ha funzionato. Con 7000 selecontrolli nel 2020 si sono abbattuti circa 7000 capi, in media un capo a soggetto. Stimiamo che in Veneto siano presenti circa 90.000 capi concentrati in alcuni territori. Con questo ritmo la nostra regione sarà invasa dai cinghiali!”. All’assessore competente Cristiano Corazzari Coldiretti ha affidato le seguenti richieste urgenti:
- che Stato e Regioni facciano un gioco di squadra e operino in modo risoluto per rendere le misure di contenimento e controllo effettivamente efficaci.
- che gli agricoltori dotati delle necessarie autorizzazioni siano messi in condizione di essere effettivamente protagonisti delle azioni di contenimento, anche attraverso l’utilizzo di altri soggetti autorizzati, a partire dai cacciatori, per intervenire immediatamente sui propri fondi agricoli.
- semplificare le procedure per l’attivazione di tutti gli interventi e messe in atto azioni per promuovere l’attività dei selecontrollori
- che attraverso una modifica della legge nazionale il coordinamento delle azioni sia affidata al Prefetto in quanto competente per la tutela dell’ordine pubblico e della sicurezza.
- che la delibera proposta alla Regione sia approvata in tempi rapidi
- che il nuovo piano di controllo dei cinghiali contenga azioni semplici sburocratizzate, efficaci, efficienti, allargando la platea dei soggetti attuatori, con le risorse necessarie.
“Siamo ad un bivio – ha concluso Daniele Salvagno – o subiamo l’invasione dei cinghiali o reagiamo fortemente. Leggi e provvedimenti ci sono: si applichino, usando il criterio della buona politica”.
Il gran finale poi è stato affidato ai cuochi contadini con “il cinghiale ci piace solo così” ovvero con gli insaccati dell’unica macelleria di Solesino Padova autorizzata a lavorare la carne di cinghiale catturato sui colli euganei, naturalmente accompagnato da un buon bicchiere di prosecco, quello vero.