L’International Association for Suicide Prevention (IASP), co-sponsorizzata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO) sostiene e celebra ogni anno, il 10 Settembre, la Giornata mondiale per la prevenzione del suicidio.
WHO stima che il tasso di mortalità per suicidio sia 14,5 su 100.000 abitanti e che ogni anno nel mondo si tolgano la vita un milione di persone. A livello globale, il suicidio è tra le prime 20 cause di morte nella popolazione generale, la quarta causa di morte nei giovani tra i 15 e 29 anni e la terza se si considerano le ragazze tra i 15 e i 19 anni.
Nel 2022 le richieste di aiuto in tale ambito sono cresciute del 55% rispetto al 2020 e sono quasi quadruplicate rispetto al 2019, prima della pandemia.
Il Dipartimento di Salute Mentale (DSM) dell’Ulss 2 Marca trevigiana è parte attiva nella prevenzione dei gesti suicidari su vari fronti.
A livello ospedaliero collabora con tutti i reparti di ricovero e in particolare con il Pronto Soccorso. Nel 2022 i pazienti transitati nei Pronto Soccorso della Marca trevigiana con ideazione suicidaria sono stati in totale 30, successivamente ricoverati nei reparti di Psichiatria del DSM di Treviso.
A livello provinciale il Dipartimento di Salute Mentale di Treviso è da anni parte attiva nel “Tavolo Provinciale per la Prevenzione dei Gesti Suicidari” un’organizzazione inter-istituzionale voluta dall’Ulss 2 che mette in rete i vari stakeholder, Comuni, Forze dell’Ordine, associazioni e volontari che collaborano in maniera sussidiaria in funzione mutualistica e di reciproco interesse nel far fronte ai fenomeni connessi ai gesti suicidari sul piano clinico, epistemologico, formativo e preventivo. L’obiettivo è anche quello di ascoltare, raccogliere i bisogni, orientare, sostenere i sopravvissuti a morte improvvise traumatiche (anche lutti da incidenti stradali e morti sul lavoro) e traghettarli dal difficile momento del trauma del decesso del congiunto ad associazioni, enti e istituzioni che possano assicurare loro un futuro più sereno.
Il Dipartimento di Salute Mentale di Treviso è inoltre parte attiva nella prevenzione del suicidio anche nelle carceri. Nella Casa Circondariale di Treviso esiste un team multidisciplinare composto dalla polizia penitenziaria, dagli psicologi del Ministero della Giustizia, dagli educatori, dal personale del Servizio per le Dipendenze (SerD) e da uno psichiatra del DSM, che settimanalmente valuta i casi a rischio e pianifica le soluzioni più appropriate.
Nell’ottica del dialogo attivo su tale tematica, della sensibilizzazione, prevenzione e formazione, a maggio 2023 è stato realizzato un congresso all’ospedale di Castelfranco Veneto con la presenza di tutti i protagonisti del Tavolo Provinciale per la Prevenzione dei Gesti Suicidari dal titolo “Dialogo e Pregiudizio”, momento di formazione e confronto con esperti rispetto all’opportunità/modalità di comunicare il suicidio. Durante l’evento è stato affrontato il tema del pregiudizio e delle modalità in cui si manifesta, la difficoltà di parlare dell’evento suicidario per le persone che restano (dagli operatori dei servizi, ai cari di chi si toglie la vita) rafforzando il valore del dialogo come strumento per promuovere scenari di salute anche in queste situazioni, mettendo in luce le molteplici sfaccettature degli interventi di supporto alle persone in lutto per suicidio. È stato inoltre discusso il tema di quali resistenze si sviluppano e quali di queste trattengono dall’affrontare la realtà quando a scuola ci si ritrova ad attraversare un’esperienza di suicidio. Il DSM ha organizzato una formazione a distanza (FAD) sul suicidio che parlerà degli aspetti storici, preventivi e terapeutici di questo fenomeno fruibile sulla piattaforma aziendale online Tom (Training Online Management) da tutti i professionisti sanitari della regione Veneto.
“Al Dipartimento di Salute Mentale va, in occasione di questa importante giornata di sensibilizzazione sul tema della prevenzione del suicidio un sentito e doveroso ringraziamento per il grande lavoro che sta svolgendo in un momento di forte difficoltà a causa della mancanza di specialisti – sottolinea il direttore generale, Francesco Benazzi –. Con grande spirito di abnegazione e professionalità gli operatori hanno fatto e stanno facendo tutto il possibile per garantire un servizio ottimale”.