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Ospedale San Donà, Inaugurato il ” Percorso Donna”

“Inauguriamo uno spazio pensato e organizzato per quello che è un percorso
assistenziale completo, gestito in maniera multidisciplinare e all’insegna
dell’umanizzazione degli ambienti sanitari. Un percorso, quindi, che è concepito per
l’utente finale, in questo caso la donna che si sente curata e seguita specificamente in
tutte le fasi della patologia oltre che in un ambiente più confortevole, ma è di aiuto
anche ai professionisti della sanità che al suo interno possono lavorare meglio perché
concepito in modo più appropriato anche dal punto di vista organizzativo e logistico”.

Dedicato a patologie oncologiche

Queste le parole dell’assessore veneto alla Sanità e alle Politiche sociali Manuela Lanzarin che oggi, all’ospedale civile di San Donà di Piave ha inaugurato “Percorso Donna”, area dedicata alle patologie oncologiche femminili in cui sono concentrate tutte le attività
ambulatoriali di screening, senologia, ginecologia e un ambulatorio chirurgico. Al
taglio del nastro oltre all’assessore alla Sanità erano presenti il collega al Bilancio, la
presidente della 5. Commissione del Consiglio Regionale, il sindaco di San Donà ed
altre autorità, accompagnate dal Direttore Generale dell’Ulss 4 “Veneto Orientale” e
dai direttori dei reparti coinvolti.

Dati incoraggianti

“I dati sulle patologie femminili sono oggi incoraggianti – sottolinea l’assessore alla
Sanità -. Probabilmente non arriveremo mai alla loro cancellazione ma se le speranze
sono sempre più alte sono anche progetti come quello che inauguriamo oggi che hanno
consentito di alzare l’asticella. La popolazione femminile, infatti, ha in essi un unico
riferimento in cui la donna è messa al centro in ogni sfaccettatura della patologia
oncologica: dalla prevenzione con lo screening, quindi con un’attività di diagnosi
precoce, fino a tutte le operazioni diagnostiche, all’intervento chirurgico se necessario
e a tutta la parte post intervento. In un percorso simile, insieme alla tecnologia, a fare
la differenza è la multidisciplinarietà dei professionisti coinvolti perché significa concentrare in un contesto unico lo scambio di competenze ed esperienze in diversi
ambiti sanitari con lo scopo del bene della paziente”.
“Ogni tappa come questa che viene raggiunta – conclude l’Assessore – avviene anche
sulla spinta della grande collaborazione del mondo del volontariato. Nel caso specifico
ringrazio le associazioni ANDOS e Donne 2000. L’associazionismo è protagonista di
questi percorsi, non solo nelle campagne di prevenzione e informazione. Sostiene,
infatti e affianca il lavoro dei sanitari assumendo un ruolo sociale e fornendo un
apporto al paziente che oggi è tanto importante quanto l’intervento farmacologico,
terapeutico e chirurgico”.

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