Artigiani al lavoro (foto di repertorio)
Artigiani al lavoro (foto di repertorio)

«Positivo il superamento dei codici Ateco, che costituivano un criterio discriminatorio e che non teneva conto degli aspetti di filiera, tuttavia le risorse del Decreto Sostegno sono un palliativo, del tutto insufficiente rispetto alle perdite subite dalle aziende».

Lo afferma Mattia Panazzolo, direttore di CNA territoriale di Treviso, che esprime insoddisfazione e preoccupazione in merito al decreto licenziato ieri dal Consiglio di ministri. 

«Prima cosa: la soglia del 30% delle perdite esclude moltissime attività, che pure hanno subito perdite ingenti; seconda: alle aziende arriverà pochissimo, di fatto solamente tra l’ 1,7% e il 5% del calo di fatturato 2020 rispetto al 2019, che è meglio di niente ma non risolve certo i problemi di chi non ha potuto lavorare o ha lavorato a singhiozzo per un anno a causa delle chiusure – continua Panazzolo -. Rimane poi il problema del 2021: le risorse del Decreto Sostegno, infatti, vanno a coprire le perdite del 2020, ma moltissime attività continuano a rimanere chiuse anche quest’anno con perdite ancora maggiori».

Per CNA bisogna inoltre accelerare con la campagna vaccinale, che va ancora troppo a rilento, rispetto a molti altri Paesi. I dati confermano che il netto miglioramento della situazione sanitaria si riflette rapidamente sul clima economico. Secondo le proiezioni Ocse, le migliori performance di Pil nel 2021 riguardano quei paesi che hanno premuto sull’acceleratore delle campagne vaccinali, accompagnate da robuste politiche di stimolo fiscale.

«Se è vero quanto dicono alcune simulazioni, ovvero che l’Italia senza un cambio di passo finirà di vaccinare la propria popolazione solo nel maggio 2022 conclude Panazzolo – non è pensabile che si rimanga chiusi per un altro anno, con l’economia bloccata e la gente che non lavora. Bisogna cominciare a ragionare su aperture dedicate alle persone che hanno già ricevuto le vaccinazioni e possono tornare a fare una vita normale. I 2 milioni e mezzo di italiani che hanno già ricevuto la seconda dose devono poter dare il loro contributo alla ripresa dei consumi senza limitazioni.»