Quando si affronta il problema dell’antisemitismo, la domanda che sorge spontanea è sempre la stessa: qual è la radice dell’odio? La causa che ha indotto per duemila anni i popoli “altri” a guardare con avversione alla comunità ebraica? Certamente non è questa la sede – e neppure il momento – per dibattere su una questione di tale complessità. Anche perché di fronte all’orrore di un massacro – quale l’Olocausto certamente è stato, a dispetto di tutti i revisionismi – l’intelletto ha difficoltà ad argomentare. Al tema tuttavia non si può sfuggire, dovendo esprimere una riflessione – sia pure minima – su storie come quella raccontata in Destinatario sconosciuto da Katherine Kressmann Taylor, Katherine-Kressman-Taylorscrittrice americana ignorata per sessant’anni dai circoli culturali del suo paese e assurta agli onori del box office letterario all’indomani della sua scomparsa. Il testo, sicuramente originale, è scritto in forma di romanzo epistolare ed è stato pubblicato per la prima volta nel 1938 sulla rivista Story di New York, per poi vedere la luce come libro vero e proprio l’anno successivo. Una storia toccante e avvolgente, che immagina e anticipa di qualche anno la tragedia della Shoah. Un racconto a fortissimo impatto emotivo ma anche ad alta suggestione razionale, che inebria e raggela. Settanta pagine che conquistano il lettore per abilità narrativa e per la sapiente collocazione di una vicenda sentimentale (amicale in questo caso) nella truce prossèmica della follia nazista. 81lyrLXFxBLDue sponde della condizione umana che si toccano nell’istmo sottile del concetto di Giustizia. Scritto con la maiuscola, perché la fine del libro (che non riveleremo per rispetto verso chi non l’ha ancora letto) dissimula la potente teologia del Dio veterotestamentario. Il Dio di Abramo e di Mosè; il Dio Giusto e Vendicatore. Anzi, Giusto proprio perché Vendicatore. Un nesso che da sempre caratterizza l’ebraismo sul piano confessionale: paradigma dell’antico dualismo tra la religione del timore (che ispira anche l’islamismo) e la religione dell’amore di matrice cristiana. Ma che, soprattutto, in forza del suo portato ideologico, è alla base dello scontro nefasto con l’anima protestante e ortodossa della Germania hitleriana, mortificata nel corpo e nello spirito dagli esiti della Grande Guerra e desiderosa soltanto di affidare la sua rinascita all’azione – anche se farneticante – di un Conducator. Una dinamica che si ripropone in modo pressoché ineluttabile nella storia dell’umanità; e che si compiace della retorica perché con la forza delle parole essa si alimenta, in un perverso processo dialettico che compatta e divide. Michelangelo_Caravaggio_022In tutti i momenti di crisi – spirituale, sociale, economica – è la stessa “identità antropologica” a essere chiamata in causa; e forse proprio in questo sta il mistero della condizione umana, chiamata a evolversi e a emanciparsi dalla dimensione relativistica e materialistica del mondo, eppure prigioniera della sua narrazione terrena.

 

 

Gianfranco Bonanno – giornalista e sociologo

11377212_10206126144820054_7198455482800646207_n