A seguito delle promulgazione delle leggi razziali e la loro applicazione, soprattutto in Germania e, in minima parte in Italia, si diede il via a una serie di operazioni di “eugenetica” per la purificazione della razza. Non esistendo ancora un “processo industriale” di eliminazione, si iniziò con l’operare su quella parte della cittadinanza affetta da Aktion T4 (6)malattieincurabili o da patologie mentali. A quel tempo esistevano ancora i manicomi e, dal momento che il cittadino in tali condizioni non poteva essere “produttivo per il sistema” andava soppresso. Furono soprattutto i bambini il bersaglio preferito; sequestrati ai genitori, fatti sparire nel silenzio, e rendicontando pazientemente lo svolgersi delle operazioni alla segreteria del Partito. Ne furono a loro volta vittime anche i genitori e parenti, colpevoli, a loro dire, di trasmettere geni che potevano “imbastardire” la razza ariana. È così che nasce” l’Aktion T4”, il nome convenzionale con cui viene designato il Programma nazista di eutanasia che sotto responsabilità medica prevedeva la soppressione di persone affette da malattie genetiche inguaribili o da più o meno gravi malformazioni fisiche cioè delle cosiddette “vite indegne di essere vissute”. Aktion T4 (5)Si stima che l’attuazione del programma T4 abbia portato all’uccisione di un totale tra le 60.000 e le 100.000 persone. Paradossalmente, fu anche l’unico programma fermato da Hitler a causa delle proteste di parenti e membri del partito; per quanto ci avessero provato era impossibile fa passare tutto sotto silenzio. Non si trattava (per i tedeschi e gli italiani) di “ebrei nemici della razza” ma del sangue del loro sangue. T4 è l’abbreviazione di “Tiergartenstrasse 4”, l’indirizzo del quartiere Tiergarten di Berlino dove era situato il quartier generale dalla “Gemeinnützige Stiftung für Heil- und Anstaltspflege”, l’ente pubblico per la salute e l’assistenza sociale. La designazione Aktion T4 non è nei documenti del tempo, ma i nazisti usavano il nome in codice EU-AKtion o E-Aktion (E, EU significava eutanasia) e solo a guerra finita, durante il processo di Norimberga, Aktion T4 venne usato per indicare quello specifico programma. Hitler definiva i disabili come coloro «che si insudiciano di continuo» e che «mettono i loro stessi escrementi in bocca» più in generale Hitler utilizzò metafore mediche per paragonare coloro che aveva intenzione di eliminare dalla «comunità razziale» tedesca ad un virus o ad un cancro. Allo stesso modo egli vedeva i disabili come un «elemento estraneo»: nella mente di Hitler e degli altri dirigenti nazisti la necessità di «ripulire» la razza tedesca dai sub-umani era fondamentale. Già nel Mein Kampf sono espresse chiare le sue idee sul questi concetti. «Chi non è sano e degno di corpo e di spirito, non ha diritto di perpetuare le sue sofferenze nel corpo del suo bambino». In sintonia con questa visione di Stato il regime nazista promosse le prime politiche di igiene razziale. Il 14 luglio 1933 venne discussa dal parlamento tedesco la Gesetz zur Verhütung erbkranken Nachwuchses (“Legge sulla prevenzione della nascita di persone affette da malattie ereditarie”).  Questa legge stabiliva la sterilizzazione forzata di persone affette da una serie di malattie ereditarie – o supposte tali – tra le quali schizofrenia, epilessia, cecità, sordità, corea di Huntington e deficienza mentale. Inoltre la legge prevedeva la sterilizzazione degli alcoolisti cronici. Una prima stima, effettuata dal OLYMPUS DIGITAL CAMERAMinistero degli Interni sulla base dei dati forniti dagli istituti medici calcolava in circa 410.000 il numero dei malati da sterilizzare. L’applicazione era affidata a speciali tribunali che dovevano supervisionare i pazienti nelle case di cura, negli istituti psichiatrici, nelle scuole per disabili e nelle prigioni per stabilire coloro che dovevano essere sterilizzati e procedere successivamente all’operazione e i responsabili degli istituti visitati avevano l’obbligo legale di riferire ai funzionari dei Tribunali, in palese violazione del codice deontologico, i nomi di coloro che rientravano nelle categorie da sottoporre a sterilizzazione. In vista dell’operazione di eugenetica vera e propria (quindi la soppressione), nel periodo 1933 – 1939 il Regime preparò l’opinione pubblica attraverso un oculato e mirato programma propagandistico. Le organizzazioni naziste prepararono opuscoli, poster e film dove si mostrava il costo di mantenimento degli istituti medici preposti alla cura dei malati incurabili. Il più famoso tra i film rimane “Ich klage an” (Io accuso, 1941) prodotto quando già il programma T4 era già avviato. Il film (basato su un romanzo) narrava, mentre i nazisti operavano le “uccisioni pietose” contro la volontà dei pazienti e dei parenti, di un medico che uccideva la moglie malata di sclerosi multipla che lo supplicava di mettere fine alle sue sofferenze. Processato il medico veniva assolto dalla giuria che si interrogava circa la domanda fatta dallo stesso accusato: «Vorreste voi, se invalidi, continuare a vegetare per sempre?». Verso la fine del 1938 la Cancelleria del Führer ricevette, da parte della famiglia di un bambino di nome Knauer affetto da gravi malformazioni fisiche e definito «idiota», una richiesta affinché Hitler desse il suo assenso per un’«uccisione pietosa». Hitler inviò il suo medico personale Brandt presso la clinica dell’UniversitàAktion T4 (1) di Lipsia per verificare con i medici che avevano in cura il bambino se realmente egli fosse un caso disperato e, in tal caso, autorizzarne l’uccisione che alla fine avvenne. Fu la chiave di volta che portò alla soppressione di bambini e malati. Tralasciata la sterilizzazione (troppo lunghi i tempi e troppo costosa) si arrivò alla più rapida “eliminazione”. Nello svolgimento del programma Aktion T4 si utilizzarono numerosi metodi di dissimulazione; molti genitori, soprattutto dell’area cattolica, erano, per ovvi motivi, contrari. I genitori venivano informati che i loro figli sarebbero stati portati in “sezioni speciali” di centri pediatrici dove avrebbero potuto ricevere migliori ed innovative cure.  I bambini venivano tenuti “in osservazione” per alcune settimane e poi uccisi con iniezioni letali; i certificati di morte riportavano come causa del decesso “polmonite”. Ma il muro di omertà venne rotto e il Programma T4 fu uno dei pochi varati dal regime nazista a causare proteste pubbliche su larga scala. Una volta avviato fu impossibile mantenere il segreto a causa delle centinaia di medici, infermiere e coordinatori coinvolti; d’altra parte la maggioranza dei pazienti destinati alla morte aveva parenti attivamente interessati circa il loro benessere. Malgrado i rigorosi ordini di segretezza impartiti, qualcuno parlò di quello che avveniva all’interno di queste strutture. In alcuni casi le famiglie capirono leggendo i certificati di morte palesemente falsi. In altri casi tutte le famiglie dello stesso paese ricevevano contemporaneamente il certificato di morte del loro caro. Nel corso del 1940 si sparsero le voci di ciò che stava succedendo e molti tedeschi dimisero i loro parenti dagli istituti psichiatrici e dai sanatori per curarli a casa, spesso a fronte di grosse spese e sacrifici. In alcuni casi i medici e gli psichiatri cooperarono con le famiglie per dimettere i pazienti oppure li trasferirono presso cliniche private ove il Programma T4 non aveva giurisdizione. La Chiesa cattolica, che fin dal 1933 aveva cercato di evitare confronti diretti con il Partito, divenne sempre più ostile mentre aumentavano le prove dell’uccisione di pazienti disabili nelle cliniche. Il 26 giugno 1941 la Chiesa ruppe il silenzio preparando una lettera pastorale ad opera dei vescovi tedeschi che venne letta in tutte le chiese il 6 luglio 1941 e che incoraggiò i cattolici ad aumentare la protesta. Così forte fu il movimento del malcontento che il 24 agosto 1941 Hitler ordinò la sospensione del Programma T4 e diede precisi ordini di evitare ulteriori provocazioni a danno del clero. Ma l’Aktion T4 non si fermò mai completamente; nonostante la sospensione ufficiale l’uccisione dei disabili (adulti e bambini) proAktion T4 (2)seguì, seppur in maniera meno sistematica, fino al termine del conflitto. Le uccisioni proseguirono su iniziativa dei singoli medici e delle autorità locali, attraverso iniezioni letali e morte sopraggiunta per fame e sete.Il programma T4 causò 75.000 – 100.000 vittime entro il dicembre 1941 alle quali devono essere sommate altre decine di migliaia di internati dei campi di concentramento uccisi in seguito all’Aktion 14F13. Molte altre persone giudicate incapaci di lavorare e disabili vennero uccise in Germania tra il 1942 ed il 1945. Hartheim (centro per la cura delle malattie mentali), ad esempio, continuò ad essere utilizzato come centro di sterminio fino al 1945.

 

Gian Nicola Pittalis