Le Pietre d'Inciampo con le rose rosse
Le Pietre d'Inciampo con le rose rosse

“Un appuntamento con la storia per restituire un nome e un’identità ai cittadini veneziani deportati nei campi nazisti e per contrastare quei germi di odio e di intolleranza ancora presenti nella nostra società”. Le parole della presidente del Consiglio comunale Ermelinda Damiano hanno introdotto il percorso della Memoria nel corso del quale sono state posate 24 nuove pietre d’inciampo nel centro storico di Venezia.

Una cerimonia scandita dai minuti di silenzio e di raccoglimento davanti alle abitazioni che furono l’ultima dimora dei concittadini veneziani prima della deportazione, poi una rosa rossa accanto alle pietre appena deposte. L’itinerario ha preso il via questa mattina da Campiello del Teatro ed è proseguito nel sestiere di San Marco e a Castello. Nel pomeriggio il percorso è continuato a Cannaregio. A rendere omaggio alla memoria dei cittadini veneziani è stato anche Gunter Demnig, l’artista tedesco ideatore delle Stolpersteine che dieci anni fa partecipò alla prima posa delle pietre d’inciampo a Venezia. “Dopo due anni di pandemia sono lieto di poter riprendere a viaggiare in Europa per portare avanti questo progetto – ha detto prima di deporre una pietra in memoria di un cittadino veneziano deportato e assassinato ad Auschwitz nel 1944 – In primavera, tra maggio e giugno, probabilmente nella città di Dachau, poseremo la pietra d’inciampo numero 100 mila. Oggi le Stolpersteine sono presenti in 31 Paesi europei”.

Promossa dalla presidenza del Consiglio comunale, l’iniziativa è stata organizzata in occasione delle celebrazioni del Giorno della Memoria in collaborazione con il Consiglio d’Europa Sede Italiana Venezia, il Centro Tedesco di Studi Veneziani, Comunità Ebraica di Venezia, Iveser (Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea). Tra i momenti più toccanti la posa di una pietra in memoria di Umberto Nacamulli, al civico 1215 a Cannaregio, un bambino deportato con i genitori ad Auschwitz e ucciso all’età di due mesi.

“Queste pietre rimarranno un ricordo imperituro per la città di Venezia e soprattutto per le nuove generazioni – ha detto Damiano – E’ a loro che vogliamo restituire questo ricordo cosi importante e insieme dobbiamo continuare questo percorso. Venezia è la città della memoria, lo sarà sempre” ha detto ringraziando i rappresentanti di associazioni, enti e istituzioni, ma anche le tante persone che sotto la pioggia hanno voluto rendere omaggio ai concittadini. Tra loro gli studenti del Liceo Marco Polo di Venezia, che hanno deciso di adottare una pietra, prendendosi l’impegno di curarla e pulirla periodicamente. “Un gesto d’amore che ci auguriamo venga seguito da altri cittadini” ha detto Marco Borghi, presidente della Municipalità di Venezia-Murano-Burano. “Le pietre d’inciampo sono pezzi della nostra storia, con il tempo che ci vorrà manterremo l’impegno di tappezzare tutta la città con ogni nome che venne sottratto dalle calli”.

Ai giovani si è rivolto anche Alberto Sermoneta, rabbino capo di Venezia: “Cari ragazzi, è a voi che rivolgo questo mio saluto perché siete voi che dovete ricevere il testimone della memoria – ha detto rivolgendosi agli studenti – Ma non si può essere testimoni se non si conosce la storia: ricordatevi di informarvi, di chiedere, di fare domande, non vergognatevi. Le pietre di inciampo sono un punto di riferimento, sappiate riconoscerle, sappiate inciampare in esse per poter soffermarvi qualche istante sull’importanza di ricordare. Le pietre servono a tenere vivo un ricordo che non può essere cancellato dopo appena 80 anni. A voi il dovere di trasmetterlo alle generazioni che verranno, spetta a voi custodire la memoria che noi abbiamo ricevuto da chi è miracolosamente tornato da quei campi di sterminio, l’offesa massima all’umanità”.

Alla cerimonia erano presenti, inoltre, i rappresentanti degli enti che ogni anno partecipano al coordinamento cittadino per l’organizzazione del “percorso della memoria”: Paolo Navarro Dina della Comunità ebraica, Giovanni Sbordone direttore dell’Istituto veneziano per la storia della Resistenza e della società contemporanea e la presidente Giulia Albanese, Luisella Pavan-Woolfe direttrice del Consiglio d’Europa-Ufficio di Venezia, Petra Schaefer del Centro Tedesco di Studi Veneziani.

Iniziata in Campiello del Teatro, la cerimonia itinerante ha attraversato i sestieri di San Marco e Castello, per poi spostarsi nel pomeriggio a Cannaregio, rinnovando una celebrazione che negli anni ha portato Venezia a contare 159 pietre tra centro storico, isole e terraferma. Lungo l’itinerario di oggi sono state deposte 24 pietre in ricordo di: Aldo Salom, Arrigo Bernau, Eloisa Scandiani, Riccardo Marsiglio, Ettore Marella, Emma Vita, Marco Ettore Vita, Carlo Vitta, Clementina Polacco, Marco Rietti, Emma Saravalle, Regina Allegrina Navarro, Bellina Melli, Marco Jarach, Vittorio Nacamulli, Costanza Misano, Gina Nacamulli, Umberto Nacamulli, Samuele Leone Foà, Clementina Fano, Eloisa Ravà, Bruno Basso, Lidia Lopes Pegna, Luciano Mariani.