Il concetto di gruppo sociale di appartenenza è fortemente radicato, fin dall’antichità, nella psiche umana. Insieme ad esso – necessariamente – esiste il concetto di altro, di diverso, di strano e straniero, cui sono associati pensieri ed emozioni, spesso non positive.

La psicologia, nel corso del secolo scorso, ha studiato approfonditamente i concetti di stereotipo, pregiudizio e discriminazione individuando moltissimi elementi che ne sono alla base e che lo caratterizzano. Le radici del pregiudizio – che ha una componente cognitiva, legata alla categorizzazione di altri come “diversi” e motivazionale, legata alla percezione
dell’altro come minaccioso – possono essere divise in tre categorie. In primo luogo esistono quelle individuali, legati a tratti quali l’aggressività, la personalità autoritaria, e l’orientamento alla dominanza.
In secondo luogo vi sono le spiegazioni socioeconomiche del pregiudizio. Queste sono prevalentemente legate alla teoria della
deprivazione relativa – ovvero il senso di insoddisfazione soggettiva che si sperimenta quando si confronta la propria situazione con quella che si ritiene dovrebbe essere – e la teoria del conflitto realistico, legato alla competizione per risorse effettivamente scarse o percepite come tali.
Infine esistono spiegazioni psicosociali. Quella probabilmente più rilevante, è legata all’identità sociale, secondo cui la propria identità positiva è vista come costantemente minacciata da gruppi esterni e deve essere mantenuta distinta e superiore.
Dunque, che fare?
Sebbene si tratti di elementi radicati e con una loro funzione evolutiva, la cultura, la formazione e la conoscenza dell’altro riducono gli effetti negativi della diversità. In particolare la conoscenza in prima persona e il contatto con gli altri permettono di vederne i lati umani, prevenendo la deumanizzazione legata a vedere l’altro solo come componente di un gruppo diverso ma come persona.
In questa sfida è fondamentale il supporto delle istituzioni e un orientamento a superare categorie rigide, mantenendo saldi i principi di civiltà e legalità che contraddistinguono la vita sociale nel nostro paese.

 

Alessandro De Carlo
Presidente Ordine degli Psicologi del Veneto