La Cae de Oro, così nominata dai rinomati postriboli della zona. Il tiramisù, nato secondo la vulgata come ricostituente da una intuizione all’interno di un bordello. Ma Treviso oggi ha ancora la fama di città godereccia che fece scalpore al tempo di “Signore & Signori” di Pietro Germi? La Legge Merlin ha chiuso le case di tolleranza oltre sessant’anni fa, eppure il gusto del proibito pare attirare ancora oggi moltissimi trevigiani. Che ovviamente non possono più cercare il piacere a pagamento in strutture definite ma che non per questo demordono, alimentando un florido mercato.

postriboloÈ sufficiente dare un’occhiata al web. I siti internet di annunci che promettono torridi incontri abbondano. Ce n’è per tutti i gusti e, ovviamente, per tutte le tasche. Si trovano addirittura ex pornostar ritiratesi da qualche anno dalle scene. Ma le più costose sono ovviamente le escort a domicilio, comprese le straniere (prevalentemente russe, ma anche ungheresi e ceche) che, gestite da apposite agenzie, organizzano dei veri e propri tour settimanali: arrivano in aereo, incontrano 5-6 facoltosi clienti con cui trascorrono una notte o un’intera giornata e ripartono verso casa con il trolley carico di contanti. Poi vengono le cosiddette proposte a domicilio.

prostituta appartamentoSe ufficialmente i vecchi “casini” sono andati definitivamente in pensione con la già citata “Merlin”, in centro storico così come in periferia e nei paesi limitrofi al capoluogo è un fiorire di bordelli clandestini. In alcuni casi, pochi per la verità, sono a conduzione singola e diretta: la prostituta, solitamente italiana, utilizza un appartamento di proprietà o preso in locazione per esercitare l’arte più antica del mondo in maniera rustica. Alta invece la percentuale della casistica in cui invece la casa è un luogo di rotazione di ragazze: ormai è noto per fatti di cronaca il bordello cinese di via Brandolini, dove un cliente fu vittima di un attacco cardiaco durante un rapporto sessuale con una prostituta dagli occhi a mandorla. Ma quello di Santa Maria del Rovere non è l’unico postribolo funzionante in città. In piena attività risulta ancora l’appartamento in zona piazza Pio X che propone principalmente ragazze sudamericane. Altro insospettabile luogo del piacere a pagamento in via della Quercia, a pochi passi dalla sede dei Vigili del Fuoco. E puntualmente riappaiono anche altri indirizzi, talvolta già visitati dalle Forze dell’Ordine impegnate nell’opera di contrasto dello sfruttamento, da San Giuseppe a Santa Bona, da Fiera fino alla Ghirada.

Spostandosi nella cintura urbana ma fuori dai confini comunali non mancano le alternative, specie a Ponzano dove gli annunci di ragazze cinesi (sempre proposte come “orientali”, “giapponesi” o “coreane”) fanno da contraltare ad un appartamento gestito da una moldava con una ulteriore partner di lavoro a rotazione. Di postriboli cinesi è colma anche Castelfranco Veneto: proprio ieri i Carabinieri hanno fatto irruzione in un appartamento del complesso “Le Logge” scoprendo la presenza addirittura di una prostituta 60enne, a quanto risulta molto richiesta dai clienti. Grande traffico anche a Villorba, soprattutto in zona Carità dove numerosi bordelli si affacciano nei pressi di piazza Aldo Moro. Prostitute presenti anche a Silea, segnatamente a Lanzago e nei pressi dell’Emisfero.

prostituzioneL’offerta low cost resta sempre quella del sesso da strada lungo le due grandi statali, Terraglio e Pontebbana, che congiungono il capoluogo rispettivamente a Mestre ed a Conegliano. Alcune delle professioniste del sesso che operano lungo queste arterie di traffico hanno anche l’ausilio di pied-à-terre per rendere più confortevole l’incontro con il cliente di turno, ovviamente a sovrapprezzo. Tuttavia i rischi abbondano lungo le strade, tra maniaci, stupratori, rapinatori, protettori violenti ed ovviamente le elevate sanzioni amministrative elevate a carico degli automobilisti scoperti dalle pattuglie di polizia ad intrattenersi con le signorine. Senza parlare del degrado dei piccoli centri, da Mogliano sino a Spresiano, invasi dalle lucciole che alle prime luci dell’alba si ritirano, pulendosi nelle fontane pubbliche o intasando i bidoni della nettezza urbana.

Un problema morale e civile oltre che di ordine pubblico. Ed anche fiscale, in fondo, considerato che le prostitute esercitano un mestiere inesistente per lo Stato ma non illegale, quindi non soggetto a tassazione ed a contributi previdenziali. La recente proposta di legge depositata in Senato per la parziale abrogazione della “Merlin”, la riapertura delle case di tolleranza e la reintroduzione dei controlli sanitari obbligatori pone oggi un quesito scomodo: la chiusura dei postriboli fu davvero una scelta azzeccata o fu soltanto figlia di una dottrina politica oscurantista e bigotta che non ha risolto una questione ma ha determinato l’insorgenza di diversi problemi? All’estero, in Austria ed in Svizzera, la prostituzione è regolamentata, le case di tolleranza seppure mascherate da bagni turchi o da saloni di massaggio sono conosciute, i controlli sanitari e di sicurezza non mancano e gli enti locali incassano, ripulendo le strade da microcriminalità e situazioni di disagio. Possibile che in Italia nel XXI secolo non sia possibile fare altrettanto?