Primi dell’anno e già è tempo di bilanci almeno in agricoltura. In attesa dei dati sul prosecco, raccolta, imbottigliamento e vendita, l’altro oro della Marca si chiama radicchio rosso. In questa prima fase di raccolta già si comincia a fare le prime analisi sul prodotto, partendo dal sapore. Un po’ di pioggia ma soprattutto la neve e le gelate di questo periodo hanno favorito la produzione del “fiore che si mangia”, come viene definito il radicchio rosso, precoce o spadone.
Il suo sapore in questa prima parte di raccolto stagionale, tende all’amaro. Il fiore d’inverno trevigiano a breve sarà in mostra nelle tradizionali fiere, da quella di San Martino a quella di Zero Branco. Un prodotto che sta andando alla grande. Produzione e vendite fanno del radicchio trevigiano uno degli alimenti più apprezzati nel mercato. Le prime analisi parlano di un +60-70% di radicchio certificato (quello del consorzio di tutela Igp) rispetto allo stesso periodo del 2016. Un vero e proprio boom insomma, favorito dal meteo che sta vedendo delle temperature rigide di notte e le gelate mattutine. Fattori che, secondo gli esperti, esaltano anche il gusto e le proprietà organolettiche del prodotto. Il tutto con un prezzo medio (varia tra i 4 e i 7 euro) equilibrato, che non penalizza nè il produttore nè chiede un esborso esagerato al consumatore.
E dal consorzio di tutela arrivano dati positivi che parlano di stagione superlativa. La filiera funziona e il marchio Igp è in una fase di grande diffusione. E già una decina di richieste in più da parte di aziende agricole sono arrivate per richiedere l’adesione al consorzio di tutela rispetto all’anno precedente. L’Igp è un valore aggiunto e porta ad un reddito maggiore. Un boom, quello del tardivo, a cui si affianca quello del variegato di Castelfranco, anche questo Igp. In termini di quantità, il variegato, sembra voler raggiungere il tardivo. Il primo bilancio è comunque ottimo per tutte le Igp, aiutate anche dalla grande distribuzione che sta facendo la propria parte, premiando il prodotto fresco e marchiato Igp. Igp che il consorzio, per quanto riguarda il tardivo, negli ultimi mesi dello scorso anno voleva allargare i territori di produzione ad alcuni comuni della Castellana. La decisione è stata però rinviata all’anno nuovo.