Da lunedì 18 in Veneto gli operatori economici del commercio, della ristorazione, del turismo, dei servizi e del terziario, potranno riaprire le loro attività, ma chiedono di farlo in sicurezza, con chiarezza di indicazioni, nel rispetto delle linee guida nazionali. La Giunta regionale ha incontrato, in videoconferenza, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali, per condividere le disposizioni sanitarie per le riaperture e dare così indicazioni certe agli operatori economici.
“Il quadro normativo al momento è ancora confuso, non è chiaro se le indicazioni nazionali fornite da Inail hanno solo valore tecnico o assumeranno il valore di norma cogente – ha premesso l’assessore alla sanità Manuela Lanzarin, che ha coordinato il confronto -. Rileviamo però che le schede elaborate sinora da Inail e Istituto Superiore di Sanità appaiono troppo complesse e inapplicabili, in particolare per ristorazione e turismo. La Regione Veneto, con il supporto del Dipartimento sanitario di Prevenzione, è pronta a fare sintesi delle diverse istanze rappresentate dalle categorie economiche e dalle parti sociali e a rielaborare, e in raccordo con le altre Regioni, le indicazioni Inail– ha annunciato l’assessore – in modo da poter fornire una proposta di prescrizioni chiare, semplici e concrete, nel rispetto dei principi cardine di salute pubblica e di sicurezza dei lavoratori e dei cittadini e dei protocolli nazionali già sottoscritti con le parti sociali”.
In vista del Dpcm atteso entro fine settimana, che attribuirà autonomia regolatoria alle singole Regioni in tema di riaperture in ragione degli indici di contagio, la Giunta regionale sta quindi predisponendo un documento unico, che conterrà una premessa comune, uguale per tutti i settori, relativa a norme uniformi di igiene, sanificazione, distanziamento fisico e monitoraggio sanitario, e norme di dettaglio specifiche per le diverse attività e comparti, recependo le indicazioni già messe a punto dai diversi tavoli regionali di settore, in particolare quelle elaborate dal tavolo sul turismo.
“Tra le nostre proposte c’è quella di semplificare i protocolli per gli operatori della ristorazione e della balneazione e quello per i servizi alla persona (parrucchieri ed estetisti)– ha esemplificato l’assessore alla Sanità – sostituendo alle indicazioni lineari di distanza tra tavoli, ombrelloni o poltrone di lavoro, il criterio generale del rispetto della distanza minima interpersonale di un metro. In questo modo, con poche regole, coerenti, di prudenza ma al tempo stesso di facile applicazione, e soprattutto condivise anche con le regioni limitrofe, potremo rendere sostenibili le riaperture”.
“E’ evidente che il rispetto delle distanze lineari indicate da Inail risulta insostenibile per la maggior parte di bar, alberghi e ristoranti – ha sottolineato l’assessore alle attività produttive Roberto Marcato – Se diventeranno norma cogente, per la maggior parte delle attività turistiche e dei pubblici esercizi sarà impossibile riaprire”. Marcato ha lanciato anche un allarme per le attività del mondo dello spettacolo e del divertimento (dai concerti alle discoteche), sinora esclusi dalle schede di indirizzo di Inail e Istituto superiore di Sanità: “Per questi settori, per i quali la riapertura sarà impossibile sino all’anno prossimo – ha affermato Marcato – dovrà intervenire il Governo con iniezioni di liquidità”.
Anche l’assessore al Turismo Federico Caner ha evidenziato l’inapplicabilità dei criteri previsti dalla scheda Inail per spiagge e balneazione. “In Veneto operatori e Regione hanno già predisposto protocolli ‘tagliati su misura’ per i diversi comparti del turismo (spiaggia, montagna, terme, città turistiche, impianti a fune …) per garantire la riapertura delle imprese e dei servizi. Le linee guida nazionali dovrebbero rimanere documenti di indirizzo e non prescrizioni normative, in modo da lasciare alle singole Regioni la possibilità di adeguarne contenuto e indicazioni ai diversi territori e alle specifiche attività”.
“Se le linee guida Inail dovessero diventare prescrittive, sarebbe una catastrofe per i 1500 agriturismi in Veneto, nonché per le attività di pescaturismo e ittiturismo”, ha confermato l’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan.
Infine, l’assessore al lavoro Elena Donazzan ha sollevato il problema della malattia da Covid, attualmente considerato ‘infortunio sul lavoro’. “Se resta questa norma, la ripresa delle attività sarà insostenibile. Faccio un appello alle parti sociali, perchè su questo punto il Veneto sia unito e difenda con una sola voce la volontà dei veneti di vivere di lavoro e non di assistenza”.