Dopo che un neonato ha perso la vita per soffocamento in ospedale accanto alla madre addormentata, negli ultimi mesi si è acceso un dibattito sulla pratica del rooming-in (ovvero far stare il piccolo nella stanza con la mamma sin da subito).
I benefici del rooming-in
Il Rooming-in viene spesso raccomandato alle mamme che allattano. I vantaggi di questa pratica, infatti, sono scientificamente provati:
- il neonato piange meno;
- migliora l’avvio all’allattamento al seno;
- la neo madre è attiva fin da subito nella cura del piccolo.
Tuttavia, affinché questa esperienza sia realmente positiva c’è bisogno di una costante supervisione, di sostegno psicologico e non. L’ospedale, dunque, dovrebbe prevedere la presenza del partner, di figure qualificate o di un’altra persona di fiducia che possa collaborare con la mamma, dove necessario.
Inoltre, tale pratica dovrebbe essere un’opzione per una donna che si sente realmente pronta, magari non necessariamente dopo un parto cesareo o un lungo travaglio.
Perché viene consigliata
Tra i benefici appurati del Rooming-in figurano anche:
- un legame più stretto con il proprio figlio;
- la madre impara a decodificare fin da subito i segnali del bambino;
- si acquisisce maggior fiducia nella propria figura di genitore.
Aspetti sicuramente positivi, che però devono essere vagliati attentamente dalla coppia e dalla donna, affinché risulti una soluzione concretamente attuabile e valida.