La schizofrenia è un disturbo psichiatrico che colpisce l’0,5% della popolazione e che tende a manifestarsi già in età giovanile.

L’andamento della malattia è tendenzialmente cronico: in alcuni periodi i sintomi tendono a riacutizzarsi, mentre in altri momenti si può verificare anche un parziale miglioramento.

Schizofrenia: che cos’è

Il termine schizofrenia deriva dal greco e significa letteralmente “mente separata”. Parliamo di un disturbo psichiatrico e psicotico che esordisce generalmente durante l’adolescenza e la prima giovinezza, leggermente più precocemente negli uomini che nelle donne.

La persona schizofrenica manifesta una destrutturazione della personalità, allucinazioni visive, disturbi del pensiero e fatica a rispondere positivamente agli stimoli esterni. Questo può determinare una compromissione delle attività quotidiane e della sfera relazionale, affettiva, scolastica o lavorativa di chi è affetto dal disturbo.

Come e quando si manifesta il disturbo

Negli uomini la schizofrenia tende a manifestarsi tra i 20 e i 25 anni, mentre nelle donne il fenomeno si riscontra perlopiù a ridosso dei trent’anni. Inoltre, la sintomatologia è abbastanza varia, perché è strettamente legata alla fase e alla specificità della malattia stessa.

In genere, comunque, i sintomi vengono suddivisi in positivi, negativi e cognitivi. Nelle persone schizofreniche possono verificarsi (e alternarsi) allucinazioni, deliri, eloqui disorganizzati, apatia, problemi di apprendimento e di concentrazione.

Le possibili cause

Negli anni si sono sviluppate diverse teorie circa le possibili cause alla base della schizofrenia. Le più accreditate sono quelle che evidenziano come prevalente la componente genetica: i familiari di soggetti schizofrenici, infatti, tendono a manifestare la malattia dieci volte di più rispetto al resto della popolazione.

Tuttavia esistono anche altri fattori di rischio quali, ad esempio, possibili complicazioni durante la gestazione o il parto o situazioni di particolare stress ambientale o psicologico.