Nella giornata di ieri la Polizia di Stato ha dato esecuzione alla misura
cautelare degli arresti domiciliari nei confronti di due cittadine cinesi, classe
’75 e classe ’78, e della misura dell’obbligo di dimora nei confronti di un’altra
cittadina cinese classe ’78, tutte e tre ritenute presunte responsabili –
unitamente ad un’altra connazionale denunciata in stato di libertà – di
sfruttamento della prostituzione esercitata da connazionali tra le province di
Treviso e Venezia.
L’indagine della Squadra Mobile – coordinata dalla Procura della Repubblica
di Treviso – è iniziata lo scorso mese di ottobre a seguito di una segnalazione
anonima e ha portato alla luce un’organizzata e collaudata attività criminale
finalizzata allo sfruttamento della prostituzione, alla quale hanno partecipato
attivamente tutte e quattro le indagate, attraverso la gestione di tre locali,
due nella provincia di Treviso (Treviso città e Spresiano) ed uno nella
provincia di Venezia (Campagna Lupia), anonimi e privi d’insegna, all’interno
dei quali avveniva un vero e proprio turn over di cittadine cinesi, messe a
disposizione dei clienti in cerca di prestazioni sessuali.
Il pagamento delle prestazioni avveniva in favore delle quattro indagate che,
secondo quanto emerso in fase d’indagine, si occupavano di gestire tutte le
fasi dell’attività: procacciamento delle donne, inserimento di annunci a chiaro
contenuto sessuale in piattaforme dedicate, fino alla “gestione” quotidiana
delle connazionali, che venivano accompagnate nei rari spostamenti fuori dai
locali, dove permanevano per gran parte della giornata.
Al termine dell’articolata attività di indagine della Squadra Mobile di Treviso,
la Procura della Repubblica ha richiesto e ottenuto l’emissione di idonee
misure cautelari nei confronti di tre delle quattro indagate, misure eseguite
nella giornata di ieri dalla Polizia di Stato.