Qual è in questi giorni la città più inquinata d’Italia? Treviso. O meglio, è quella con l’aria più irrespirabile, conseguenza delle elevatissime concentrazioni di “pm10”, che raggiungono soglie di certo temporanee ma altrettanto sicuramente “fantascientifiche”. Non ci siamo confusi con la caliginosa Los Angeles del futuro disegnata da Blade Runner 2049, purtroppo: l’allarme ufficiale sull’inquinamento trevigiano arriva dai dati dell’ARPAV Veneto.
Giovedì scorso si sono registrati 182 microgrammi di polveri sottili per metro quadro d’aria (valore medio), all’insegna di un crescendo che è poi continuato venerdì (media di 196 microgrammi) e che questa settimana supera i 250 microgrammi: oltre il doppio di quanto rilevato in questi stessi giorni, per esempio, a Milano (118 microgrammi).
La sigla PM10 (Particulate Matter o Materia Particolata, cioè in piccole particelle) identifica una delle numerose frazioni in cui viene classificato il particolato, quel materiale presente nell’atmosfera in forma di particelle microscopiche, il cui diametro aerodinamico (ovvero corrispondente al diametro di un’ipotetica sferetta di densità uguale a 1 g/cm³ ugualmente veicolata dall’aria) è uguale o inferiore a 10 µm, ovvero 10 millesimi di millimetro.
È costituito da polvere, fumo, microgocce di sostanze liquide denominato in gergo tecnico aerosol: esso, infatti, è un insieme di particolati, ovvero particelle solide e liquide disperse nell’aria con dimensioni relativamente piccole. Queste particelle presenti nell’atmosfera sono indicate con molti nomi comuni: polvere e fuliggine per quelle solide, caligine e nebbia per quelle liquide.
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