Il 10 novembre si terrà la seconda edizione di TEDx Treviso. Dopo il successo della prima edizione, Nicolò Rocco ci racconta come è diventato il licenziatario del marchio e quali risultati è riuscito ad ottenere dall’edizione 2017.
Ma prima chiediamo a Nicolò di spiegarci cosa sia il TED.
“Partiamo dal nome. Ted è un acronimo: Technology Entertainment Design. Fa riferimento ad una conferenza; conferenza che è diventata nell’immaginario collettivo un luogo in cui le menti più brillanti del mondo si confrontano e parlano di idee che meritano di essere condivise. Il motto del TED è “Ideas Worth Spreading”cioè “Idee che valga la pena diffondere”. La prima volta che questa conferenza si è tenuta è stato nel 1984 in California e ha lanciato un modo innovativo di fare divulgazione, non solo scientifica. Persone eccezionali e menti brillanti quali Bill Gates, Isabel Allende, leader politici e premi nobel si incontrano, salgono su un palco e parlano con degli “speech”- discorsi molto brevi che vanno dagli 8 ai 14 minuti- di idee che possono cambiare il mondo. Dalla prima volta che si è tenuta questa conferenza ora è diventata una Fondazione che registra questi interventi e li diffonde su internet in modo tale che possano cambiare il mondo, diventando idee a cui tutti possono accedere”.
E TEDx invece?
“TEDx sta ad indicare un evento che viene organizzato in maniera indipendente. Quella “x” sta ad indicare proprio questo. Indipendente però non significa slegato dal TED. Il TED concede la possibilità di fare degli eventi, ma pretende che le persone che organizzano questi eventi lo facciano secondo lo spirito e le modalità con cui si organizzano i cosiddetti TED Global cioè eventi organizzati direttamente dalla Fondazione americana. Questo cosa significa? Ci sono degli standard da rispettare, ma soprattutto per organizzare un TED bisogna ottenere un TEDx legato alla propria città. Ad esempio: TEDx Treviso, TEDx Padova ecc. Per organizzare questi TED bisogna ottenere una licenza e l’unica condizione per averla è attraverso un form, una domanda e soltanto chi la ottiene, i licenziatari in questo caso, possono utilizzare questo brand per organizzare gli eventi”.
Come hai ottenuto la licenza?
“Per ottenere la licenza bisogna fare un percorso che possono fare tutti. Chiunque si riconosca negli ideali del TED può scrivere alla Fondazione e compilare un form in inglese, caratterizzato da una serie di domande e che viene poi esaminato direttamente a New York. Le domande si basano su una serie di aspetti che la Fondazione pretende dalle persone che si propongono per organizzare gli eventi. Per esempio, una domanda è se è stato mai visto un TED o cosa piaccia dello spirito TED o ancora, se ci si riconosce nei suoi valori e quali sono le idee che ritengono possano cambiare il mondo. Per quanto riguarda quest’ultima domanda, nel mio caso specifico ho parlato di medicina personalizzata quindi di una medicina in cui i farmaci e gli interventi cambiano in base al DNA della persona. Poi ho ho affrontato il tema della diluizione di polveri sottili e di un concetto diverso di vedere la disabilità; disabilità non intesa come un limite, bensì come possibilità di conoscere la diversità perché siamo tutti diversi tra di noi. Una terza parte del form chiedeva ai papabili licenziatari per quale motivo organizzare un TEDx nella propria città cioè nella propria community quindi la risposta consisteva nel descrivere la propria comunità, oltre ai punti di forza della propria città e Treviso ha tanti punti di eccellenza”.
Qual è stato il bilancio della prima edizione nel 2017 del TEDx a Treviso?
“L’edizione 2017 è stata davvero una sorpresa essendo stata accolta con grandissimo entusiasmo da parte della città, a partire dal fatto che avessimo deciso di organizzarla in un luogo simbolo per Treviso, cioè Palazzo dei Trecento. Questo per esigenze anche legate alla licenza: il primo anno la Fondazione TED concede di organizzare un evento che però richiede una partecipazione limitata. Abbiamo legato questa possibilità o impossibilità di aprire a tutta la città il nostro evento e lo abbiamo combinato con il fatto di farlo in un luogo contenuto, ma denso di significato quale è Palazzo dei Trecento. Abbiamo avuto una risposta eccezionale da parte dell’opinione pubblica, da parte degli sponsor che hanno sostenuto l’evento, ma soprattutto da parte di tanti ragazzi, tanti professionisti che volontariamente (tutto ciò che facciamo è fatto su base volontaria) si sono impegnati. Organizzare un TED è abbastanza impegnativo ed importante. Abbiamo deciso di catalizzare il primo evento su un filo conduttore che è “Radici al Futuro”: portare un format legato all’innovazione in una città, in un territorio così legato ai propri valori e alla tradizione ci è piaciuto. Gli speaker sono della città di Treviso però stanno facendo cose grandi nel mondo. Uno dei titoli nei giornali il giorno dopo l’evento è stato che Treviso è la chiave del nostro successo. Non poteva quindi esserci modo migliore per cogliere il messaggio che abbiamo voluto lanciare”.