«Treviso è una città sicura e di certo non ha bisogno di ‘alzare muri’». L’assessore con delega all’edilizia, Paolo Camolei, interviene sulla questione del muro di tre metri eretto in Borgo San Martino, una sorta di “fortino” nel mezzo del quartiere Santa Bona. La vicenda, sulla quale si sono accesi anche i riflettori nazionali, sta dividendo i trevigiani per il suo “portato culturale”. Lo scontro è tra chi giudica quei mattoni una chiusura all’accoglienza e chi li giustifica con il bisogno di protezione.
«Rispettiamo il diritto alla privacy di ognuno, ma la nostra idea di città non è quella di quartieri ‘fortificati’ o ‘murati’», osserva Camolei, il quale riflette la posizione dell’intera giunta comunale. 
«Peraltro – aggiunge l’assessore –  la ditta che ha costruito il muro aveva fatto al Comune una richiesta di poter realizzare una protezione acustica, una barriera antirumore. Richiesta che era stata valutata positivamente dal settore ambiente e per la quale il settore edilizia aveva rilasciato le autorizzazioni del caso».
A questo punto il rimedio sembra essere di natura estetica. «Quello che chiederemo ora alla ditta – annuncia Camolei – è di intervenire per rendere più verde la struttura, piantumando per esempio degli alberi. In questo modo si vedrebbero contemperate le due esigenze: il bisogno di protezione e una visione più gradevole per residenti e cittadini».
Secondo voi è la soluzione giusta?