“Abbiamo fatto un’impresa”. Queste le dichiarazioni di Paolo Vanoli, allenatore del Venezia FC, dopo il match contro il Parma, ma soprattutto dopo la notizia della qualifica ai playoff.
”Sono contento malgrado la sconfitta, mi chiedete? Sì. Quest’anno, come ho sempre detto ai ragazzi, il lavoro consiste anche nel cercare la fortuna. E devo dire che questa sera i risultati, soprattutto del Palermo, ci hanno aiutati a vivere questo grande sogno che, un mese fa, era inaspettato”.
Che cos’è cambiato secondo lei in questa stagione, per essere riusciti a raggiungere questo risultato?
“È cambiato il fatto che ci siamo messi a lavorare. Non che prima i ragazzi fossero in vacanza, ma quando sono arrivato ho trovato un ambiente veramente triste. Prima di tutto, perché quando retrocedi dalla serie A alla serie B, se la società non capisce dove intervenire, purtroppo porta avanti il problema. E questo è quello che era successo. I giocatori non capivano, poi, che anche se tutti dicevano che il Venezia era forte, in realtà se eravamo ultimi non eravamo forti. Da quando sono giunto qui, nella partita proprio contro il Palermo – ha aggiunto Vanoli – in cui eravamo appunto ultimi, da lì poi, cambiando anche tutta una serie di situazioni, anche con il mercato di gennaio, abbiamo fatto piano piano fare questa grande cavalcata, anche perché ci siamo messi a lavorare con umiltà e sacrificio, perché ho detto: “Se ci vogliamo salvare, ci salviamo durante la settimana”, e ora dobbiamo dare tutto quello che possiamo, per noi stessi perché ce lo meritiamo e per i nostri tifosi che ci hanno sempre sostenuti”.
Subito al lavoro oppure festeggerete un po’?
“I ragazzi si devono godere anche un po’ la festa, perché le soddisfazioni passano anche per un’annata dove abbiamo sempre spinto tantissimo. Dobbiamo recuperare le energie, specie quelle mentali perché adesso, ai playoff, affronteremo una squadra forte, cioè il Cagliari, e d’ora in poi dovremo solo vincere. Ho detto infatti ai ragazzi che, da adesso in poi, arrivando ottavi, o settimi, c’è lo svantaggio che lo spareggio non basta più. Quindi, con testa e determinazione, nei novanta minuti devi provare a vincere le partite, perché sennò non vai avanti. Ma lo dobbiamo vivere con serenità, quella serenità che ci deve dare la spinta per essere una outsider che magari può dare fastidio. Questo sogno lo viviamo e ci vogliamo credere, adesso”.
Le due squadre, sia il Parma che il Venezia, hanno offerto molta qualità.
”Ne sono convinto, e sapevo anche che, per le caratteristiche del Parma, qualche cosa in prospettiva futura va migliorato, perché con giocatori come Vazquez che si abbassa tanto e diventa un regista, con la difesa a cinque a volte lasciamo il nostro centrocampo un po’ troppo in inferiorità numerica. Penso che le occasioni più nitide il Parma le abbia avute su delle ripartenze. Noi siamo una squadra costruita per giocare a calcio, e se abbiamo fatto qualcosa di importante e perché appunto abbiamo giocato a calcio. Poi se abbiamo costruito altro è stato anche grazie all’organizzazione di gioco”.
Una squadra che, come attaccante, ha Pohjanpalo, è molto più che una outsider.
”Joel è un giocatore che viene dal Leverkusen, quindi non sono certo io a scoprirlo. Soprattutto i compagni lo hanno aiutato. Se ha fatto tutto questo lo deve indubbiamente alle sue qualità da bomber, ma anche all’organizzazione di gioco. Siamo felici, è un’arma per noi importante, ma l’arma più importante deve diventare la squadra”.
La birra, a Pohjanpalo la concederà adesso?
“Sì, ma deve offrirla anche ai suoi compagni (ride, ndr)”.
Come si è giunti a questo risultato secondo lei mister Vanoli?
“Tutto questo è dovuto anche al mio vissuto, alla gavetta che ho fatto, tra cui il fatto di aver avuto nella mia strada allenatori come Arrigo Sacchi, ma anche Antonio Conte, che è stato un grande maestro. Ho detto sempre che organizzazione di gioco e sacrificio durante la settimana sono alla base”.
Una delle difficoltà iniziali era il fatto che in squadra si parlavano molte lingue diverse.
“Il fatto di aver lavorato, nella mia carriera, in ambienti con una mentalità vincente e con tanti stranieri, mi ha aiutato in primis a gestire una squadra, in Russia, con tanti stranieri appunto e a vincere una coppa. Per me è stato un inizio importante, grazie, ripeto, alla gavetta. Questo mi è servito, qui al Venezia, a far diventare di un gruppo una squadra. Questo è stato il lavoro principale. I ragazzi si stanno togliendo delle soddisfazioni da squadra. Prima si parlava troppo di io, di alibi, ora si parla di noi. Inoltre, va detto che si stanno impegnando davvero molto a imparare l’italiano, è questa è una grande vittoria”.
Come si prefigura adesso i playoff mister Vanoli?
”I playoff sono sempre una monetina. Penso che ci possano essere sì dei valori, ma una partita secca è un po’ come una finale. Magari, per dire, il Manchester City è avvantaggiato sull’Inter ma è pur sempre una finale. Quindi, credo che tutte le squadre debbano fare massima attenzione, perché può succedere veramente di tutto. È quello che io chiedo alla mia squadra è che adesso, in questi due giorni, devono, come ho detto, recuperare energie. Perché la partita con il Cagliari la vince chi più ha la testa nei 90 minuti. Non bisogna sbagliare perché, lo abbiamo visto anche oggi, un semplice e fallo di mano ti porta in svantaggio. Giustamente era rigore. A partita di queste situazioni, poi ci sono indubbiamente le differenze di valori. Il Cagliari ha qualche cosa in più di noi, come tutte quelle che sono arrivate davanti a noi, ma dobbiamo superare tutte queste cose con l’organizzazione di gioco. Dobbiamo, lo ribadisco, giocare da squadra, come abbiamo fatto in parte stasera. Alcune cose vanno migliorate”.