In una scena scioccante che ha turbato la tranquillità di Treviso, un venditore ambulante di rose è stato vittima di una brutale rapina perpetrata da un gruppo di giovani. L’incidente, avvenuto la sera del 18 agosto, ha messo in luce, ancora una volta, il preoccupante fenomeno di criminalità giovanile da tempo emerso in città.
La vittima, un uomo di 48 anni, stava svolgendo il suo consueto lavoro di vendita di rose quando è stato improvvisamente accerchiato da sette giovani – quattro ragazzi e tre ragazze – di età compresa tra i 15 e i 18 anni. L’aggressione è avvenuta all’interno del self-service 24 ore situato in piazza Santa Maria dei Battuti, a pochi passi dal noto Quartiere Latino, un’area solitamente vivace e frequentata.
Secondo le testimonianze, il gruppo ha iniziato aggredendo fisicamente l’uomo, spingendolo e colpendolo. Non contenti di questa violenza iniziale, hanno poi preso di mira la sua merce, gettando a terra e danneggiando le rose che l’ambulante teneva in braccio. La situazione è poi degenerata ulteriormente quando uno degli aggressori ha estratto un coltello, minacciando la vittima e intimandogli di consegnare tutto il denaro in suo possesso.
Sotto la minaccia dell’arma e circondato dal gruppo di giovani senza scrupoli, il venditore non ha avuto altra scelta se non quella di cedere alle richieste dei suoi aggressori. Ha consegnato circa 150 euro, l’intero incasso della sua giornata di lavoro. Dopo aver ottenuto il bottino, il gruppo si è rapidamente dileguato, lasciando l’uomo scosso e derubato.
La vittima, nonostante lo shock, ha avuto la prontezza di rivolgersi immediatamente alle forze dell’ordine. Le Volanti della Questura di Treviso sono intervenute prontamente, dando il via a un’indagine approfondita. Grazie al lavoro investigativo della Polizia di Stato, è stato possibile identificare tutti i membri del gruppo responsabile dell’aggressione.
I sette giovani sono stati denunciati all’Autorità Giudiziaria per il reato di rapina aggravata in concorso. Questa qualifica del reato riflette la gravità dell’atto, considerando non solo il furto in sé, ma anche l’uso della violenza e delle minacce per ottenerlo, nonché il fatto che sia stato commesso da più persone insieme.
Questo episodio ha sollevato ancora una volta serie preoccupazioni nella comunità di Treviso riguardo alla sicurezza urbana e al fenomeno delle baby gang. Le autorità locali e le forze dell’ordine stanno ora affrontando la sfida di come prevenire simili incidenti in futuro e come affrontare il problema della delinquenza giovanile in modo più ampio.
L’incidente serve come un duro promemoria della vulnerabilità dei lavoratori notturni e degli ambulanti, e solleva questioni importanti sulla necessità di maggiore vigilanza e misure di sicurezza nelle aree urbane, specialmente durante le ore serali.