Insegnamento del veneto nelle scuole, uso del dialetto negli uffici pubblici e doppia indicazione italiano-veneta nella segnaletica stradale. Sono alcuni degli effetti del disegno di legge 116 sul bilinguismo, approvato due giorni fa, che ridefinisce il “popolo veneto” come “minoranza nazionale”, al pari di sudtirolesi e trentini.
Il consiglio regionale, ricompattata la maggioranza Lega-centrodestra, ha così dato il via libera al contesto provvedimento aprendo la strada alla dichiarazione di appartenenza etnica, alla quale seguirà, nella prossima primavera, un referendum per ottenere l’autonomia speciale regionale.
Insomma, una “Venexit” che, dopo la spallata al governo Renzi con la bocciatura del referendum costituzionale e della riforma Madia sulla pubblica amministrazione, marca in modo deciso i confini tra Venezia e Roma.
Un ampio servizio, con le novità introdotte dalla legge sul bilinguismo, sul numero di dicembre di Notizie Plus.