Dati alla mano sembra proprio che la città lagunare stia diventando sempre più un museo pieno di alberghi per turisti, mano a mano che il numero di residenti si riduce.

Solo negli ultimi dieci anni almeno un centinaio tra palazzi e palazzetti si sono trasformati in alberghi con la tendenza a trasformare alloggi privati in Bed & breakfast o appartamenti turistici.

Gli albergatori chiedono una moratoria per fermare l’apertura di nuova hotel che invece continua senza soste. I dati resi noti dall’Annuario del Turismo riferito al 2015 e presentato in Comune dicono che a Venezia alla fine dello scorso anno c’erano oltre 400 alberghi, con una disponibilità di posti-letto che supera i 30 mila, 20.500 posti tra bed & breakfast, affittacamere, appartamenti turistici (ma qui il “nero” abbonda e molti non sono censiti) e altre forne di ospitalità.

Un gigantesco Museo «dormitorio» per turisti che si concentra soprattutto nella città storica, anche se una parte di turisti, i meno abbienti, non disdegna gli hotel di Mestre.

La trasformazione in alberghi dei palazzi è ormai diffusa; l’Aman Hotel, era il cinquecentesco Palazzo Papadopoli, poi Palazzo San Cassiano, Ca’ Sagredo e anche l’università dà il suo contributo; Ca’ Nani Mocenigo, ad esempio, poi Palazzo Gradenigo e Palazzo Diedo, Palazzo Donà a Santa Maria Formosa. E sono solo alcuni; impossibile fermare questa deriva, soprattutto se la città è in grado di proporre solo la destinazione turistica per il suo futuro.

Gian Nicola Pittalis

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