Michaël Cuisance (foto di repertorio)
Michaël Cuisance (foto di repertorio)

Oggi Mickaël Cuisance, centrocampista del Venezia FC, ha incontrato la stampa in videoconferenza. Ecco le sue dichiarazioni.
Sei stato definito il miglior acquisto del Venezia FC. I fatti dimostrano che al momento è così, o quantomeno sei, fino ad ora, il miglior “attaccante”. 
“Chiaramente fa sempre piacere avere un ruolo decisivo, ma la stagione è cominciata solo tre giornate fa. Bisogna continuare la strada, vedere quali saranno i progressi”.
Ti aspettavi un impatto così importante a livello di prestazioni e di goal?
“Si lavora ogni giorno per ottenere i meglio dalle prestazioni. Ma la stagione è lunga e il lavoro deve essere costante, per mantenere questi livelli”.
C’è stato un momento, in estate, in cui si parlava di una tua possibile uscita. Che cosa ti ha convinto a rimanere al Venezia FC?
“Non è stata una decisione facile, ma come sapete sono qui dallo scorso gennaio, quindi ho fatto solo sei mesi con la squadra. Mi trovo bene con la squadra e i compagni, è prevalsa la gratitudine per un club che mi ha dato la possibilità di giocare ai massimi livelli e di giocare con ragazzi con cui mi trovo bene, come detto”.
Da gennaio in poi però non è andata bene per la squadra in generale. 
“In effetti quei sei mesi non sono stati semplici perché la serie A è difficile di per sé con grandi squadre. Ma la considero un conto aperto, l’obiettivo è lavorare per raggiungere l’obiettivo”.
A prescindere da questo, la tua preferenza, per esprimerti al meglio in campo, qual è?
Quanto al mio ruolo, realmente non ho preferenze”.
Come mai hai scelto la maglia numero 10 lasciata libera da Aramu? In Italia è un numero particolarmente significativo, che di solito porta chi incide particolarmente nella squadra.
“So che il numero 10 è un grande numero, che dà grande responsabilità. L’ho scelto perché ha un peso e mi sento proprio di voler assumere, appunto, questa responsabilità, di trascinare e aiutare i miei compagni”.
Le ultime tre partite sono state molto diverse tra loro. 
“Sono state differenti anche per le circostanze in cui i ragazzi si sono trovati a giocare. Ad ogni gara abbiamo imparato una lezione diversa. Alcune cose le abbiamo fatte bene, altre meno e ci stiamo lavorando”.
Dove pensi che possa arrivare la squadra?
“La squadra ha un grande potenziale ed ha grande ambizione, ma deve mantenere questo ritmo giorno dopo giorno, perché la stagione sarà molto lunga”.
Nelle ultime tre gare c’è stata, tuttavia, una costante: siete sempre andati sotto per primi. Quindi è stata più la preoccupazione di essersi trovati sotto o più la gratificazione di aver poi raggiunto gli avversari?
“Convivono un po’ entrambi gli aspetti. Chiaro che gli obiettivi sarebbero quelli di segnare per primi e mantenere il vantaggio. Ma le nostre rimonte sono comunque segni del fatto che non si molla un millimetro del campo. Questo ci serve da lezione non solo per, in futuro, segnare per primi, ma anche per concedere sempre meno agli avversari”.
In estate hai avuto qualche acciacco. Adesso quali sono le tue condizioni di forma?
“Fisicamente mi sento molto bene, in ottima forma, pronto per giocare in ogni match. Nonostante il mio arrivo un po’ tardi al ritiro, il lavoro fatto è stato duro e i problemi di quest’estate sono stati risolti. Ho piena fiducia nel mister, e sono pronto per fare quello che lui vorrà”.
Che cosa si può imparare da quei sei mesi così difficili? Che cosa ti porti di più, in altre parole, da quella serie A?
“La massima serie è stata una lezione anche per tutta la squadra e la società, che da anni non la raggiungevano. Non mi sento di individuare un giocatore o una circostanza particolare da cui trarre insegnamento. Pertanto, posso dire che tutto il bagaglio della serie A viene portato in serie B, per poter fare il salto di categoria quanto prima”.
C’è qualche compagno di squadra sulla cui forza scommetteresti?
“Innanzitutto, non mi sento di esprimere giudizi sulle mie qualità di leader e trascinatore. Ci sono tante persone che si possono definire leader in questa squadra, io sono contento di essere qui”.
Che significato ha il tatuaggio che hai sull’avambraccio sinistro?
“L’ho dedicato a mio figlio che è nato nel marzo scorso. C’è l’ora in cui è nato e un angelo che lo protegge”.