1. Duncan Niederauer, cosa sarà del Venezia Fc dal 1° luglio e quali gli obiettivi sportivi e imprenditoriali/stadio? Sono legati al conseguimento della salvezza in Serie B o prescindono da ciò?

In questo momento è difficile dire cosa accadrà il 1 ° luglio. Dobbiamo ancora capire se e quando riprenderanno i campionati e qualora questo avvenga, con che tempi. Come ha detto il nostro capitano Modolo in una recente intervista, però, non è il momento di pensare a quando riprenderà il campionato. Ci sono problemi più importanti.

In questo momento posso dire che stiamo portando avanti entrambi i progetti, quello relativo alla squadra, quello relativo al progetto immobiliare e allo stadio perché sono ovviamente interconnessi. Per quanto riguarda la squadra abbiamo stabilizzato la situazione finanziaria per questa stagione e stiamo lavorando attivamente al piano aziendale per la stagione successiva. Per il progetto immobiliare, credo che per realizzarlo, sarebbe importante collaborare con un gruppo italiano. Da parte nostra siamo pronti a rimanere molto coinvolti, ma per un progetto di queste dimensioni e importanza, se un gruppo di investitori americani come il nostro trovasse un partner locale credo che le probabilità di successo aumenterebbero notevolmente. L’Italia ed in particolare i cittadini di Venezia e Mestre sono stati molto pazienti e meritano di veder realizzato questo progetto.

Dal momento che parliamo di progetti importanti, è chiaro che la permanenza in Serie B diventi essenziale.

2. Come giudica l’ultimo anno e mezzo del club? Quali i meriti e quali gli errori commessi da Joe Tacopina, tanto da averne preso il posto come presidente? Tacopina rimarrà in società o uscirà? Ci saranno nuove figure dirigenziali? Qual è la situazione del club sul fronte finanziatori (attuali e futuri)?

Come ho detto, abbiamo consolidato la situazione e a fronte di questo sforzo per la ricapitalizzazione effettuata, abbiamo chiesto di apportare alcune modifiche. È normale. Il VFC ha fatto grandi progressi in questi anni passando dalla Serie D alla Serie B rapidamente ed anche la prima stagione in Serie B è stata un successo. La scorsa stagione è stata difficile, anche perchè è difficile per una squadra cambiare tre allenatori in un anno. Questa stagione, invece, ha visto momenti di successo e delusione, ma per il futuro siamo fiduciosi in Mr. Lupo Mr. Dionisi e nei nostri giocatori.

3. Quali sono stati i motivi per cui ha deciso di entrare a far parte del progetto Venezia, perché ha accettato di fare il presidente? Ha già avuto altre esperienze nel mondo dello sport?

Ho deciso di prendere parte a questo progetto perché credo che abbia un grande potenziale e, a dire il vero, Venezia è la mia città preferita al mondo.

Il brand “Venezia” è un valore aggiunto che pochi club possono rivendicare, anche in Serie A. Ho guidato il piccolo gruppo di investitori che erano già coinvolti nel club e abbiamo deciso di fare questo investimento aggiuntivo nella speranza di portare questo progetto a una grande conclusione. A quel punto è stato necessario nominare un nuovo presidente e la scelta è ricaduta su di me, poiché tra gli investitori americani, sono quello che trascorre più tempo in Italia, sono l’unico con un codice fiscale e avevo rapporti già esistenti con il sindaco Brugnaro e altre figure istituzionali.

La mia esperienza manageriale riguarda principalmente l’area dei servizi finanziari, quella più recente mi ha visto a capo della borsa di New York, quindi questa per me è una novità. In passato ho investito in attività sportive professionali e gestisco due piccole aziende per conto mio, ma non c’è dubbio che avrò bisogno di aiuto per gestire il club in modo efficace. Credo infatti che la leadership e il consiglio di amministrazione della società dovrebbero avere una componente più italiana e veneziana, ed è quello che mi auspico avvenga attraverso l’arrivo di alcuni nuovi investitori.

4. Vi sono nuove adesioni nel team degli investitori oppure ogni decisione è rimandata al termine della stagione?

Stiamo parlando con potenziali parti interessate a investire nel club ma per ora, anche a causa della situazione che stiamo vivendo (Coronavirus ndr), non ci sono notizie concrete da segnalare. Come potete immaginare, molte cose sono in sospeso per il momento, ma sono in costante comunicazione con tutte le parti interessate.

5. Come sta seguendo l’emergenza Coronavirus in Italia dagli Stati Uniti e come è la situazione a New York e nel resto degli Usa?

Sono costantemente informato sulla situazione che state vivendo in Italia. Parlo regolarmente i miei amici e i colleghi del VFC attraverso chiamate, messaggi e videoconferenze. Alla fine di questa settimana, spero di riuscire ad organizzare delle videochiamate con i giocatori e lo staff dal momento che non mi sarà possibile essere a Venezia nei prossimi giorni, come avevo inizialmente previsto, a causa delle restrizioni dovute al virus.

Negli Stati Uniti la situazione si sta evolvendo molto rapidamente. Ora stiamo implementando gli stessi inviti a “rimanere a casa” che l’Italia ha adottato alcune settimane fa. La maggior parte delle persone lavora da casa, le scuole e le università svolgono lezioni online e sono aperti solo negozi di alimentari, farmacie, ospedali e alcuni altri negozi essenziali.

Da un lato, questo è molto difficile per tutti. D’altra parte, a nessuno di noi viene chiesto di farlo per molto tempo, quindi dobbiamo impegnarci tutti a rispettare le regole nella speranza che il virus si diffonda il meno possibile. È tempo di pensare alla salute e al benessere di tutti coloro che ci circondano.

6. Come è nato la sua passione e della sua famiglia per l’Italia?

Anche se io sono figlio di un immigrato europeo, la nostra famiglia non ha radici italiane. Come per molti americani, il mio primo contatto con l’Italia è stato da turista. Dopo due o tre viaggi estivi con la famiglia, mia moglie ed io ci siamo innamorati della cultura italiana, della serenità del paesaggio e della cordialità delle persone. Abbiamo deciso di fare dell’Italia la nostra casa lontano da casa e abbiamo rinnovato una piccola casa colonica in Toscana, dove trascorriamo ogni anno tutto il tempo possibile al netto dei nostri impegni lavorativi.

7. Come si spiega gli alti e bassi della squadra, soprattutto i deludenti risultati al Penzo?

Non riesco a spiegarlo. A volte sembra di vedere due squadre diverse quando giochiamo in casa e fuori casa. Lontano da Venezia quest’anno abbiamo avuto prestazioni straordinarie, tra le migliori in Serie B. Sfortunatamente, se guardiamo le nostre partite al Penzo, abbiamo raccolto pochissimi punti e non so spiegarne il perché. Sicuramente un po’ di sfortuna e i tanti infortuni non ci hanno aiutato. Ma sono sicuro che ci sapremo far trovare pronti qualora il campionato dovesse riprendere.

8. Pensa sia possibile una ripresa del campionato?

Se devo guardare la situazione odierna, sembra difficile. Oggi, non abbiamo idea di quando l’emergenza sanitaria inizierà a migliorare, tutte le previsioni sui i picchi continuano ad essere spostate in avanti, quindi è difficile fare una previsione sulla ripresa del campionato.

Una cosa è certa, se e quando ciò accadrà, dovrà avvenire in totale sicurezza. Non ci devono essere rischi per gli atleti, per tutte le persone che lavorano all’organizzazione della partita o per i tifosi. Lasciamo queste decisioni a chi di dovere ma siamo disponibili a confrontarci con tutti coloro che vogliano ascoltare i nostri pensieri o idee.

9. Ha avuto la possibilità di parlare con i giocatori del Venezia FC?

Ho parlato con il team un paio di volte. La prima volta, durante la mia permanenza a Venezia e una seconda volta in una videoconferenza prima della partita casalinga contro il Cosenza. Sono in contatto quotidiano con il direttore Lupo, che mi aggiorna in tempo reale su tutte le decisioni che vengono prese dall’area tecnica. È frustrante per tutti noi, ma stiamo tutti facendo del nostro meglio per rimanere in contatto. Il nostro staff di tecnico sta facendo tutto il possibile per lavorare a distanza con i giocatori per aiutarli a rimanere concentrati e in forma.

10. Cosa ne pensa dell’attuale situazione in Italia?

Penso che non sia semplice, così come non è semplice nel resto del mondo. Ci stiamo dirigendo verso una recessione globale, che spero sia breve, data la forza collettiva delle economie di tutto il mondo prima della pandemia. Tutti i governi devono intraprendere tutte le azioni possibili per garantire che le economie possano ricominciare il più presto possibile una volta terminata questa situazione e credo che lo faranno.

Ho svolto un ruolo importante negli Stati Uniti durante la crisi del 2008 e abbiamo tutti imparato che agire velocemente è importante. Mi incoraggia che questo approccio venga adottato in molti paesi del mondo.

11. Cosa pensa della strategia di difesa e protezione delle nazioni coinvolte nell’emergenza coronavirus?

Mi congratulo con quello che ha fatto l’Italia. Sono sicuro che il blocco totale sia stato fonte di confusione soprattutto per tutti coloro che non potevano vedere le conseguenze del virus in quel preciso momento in cui è stata presa la decisione. Questo approccio, sebbene non popolare, sembra stia riducendo la diffusione del virus e i risultati degli ultimi giorni sembrano confermarlo, poiché la percentuale della popolazione infetta in Italia è ancora bassa. Gli Stati Uniti stanno ora adottando lo stesso approccio e speriamo in un risultato simile. Mi auguro che queste misure aiutino ad uscire da questa emergenza globale quanto prima.