Oggi pomeriggio Sergio Romero, nuovo portiere del Venezia FC, è stato presentato ufficialmente alla stampa in videoconferenza, alla quale ha preso parte anche il Direttore Sportivo della Società lagunare, Mattia Collauto.
“Siamo arrivati a prendere Sergio, in base anche alle condizioni dei nostri portieri . Niki Maenpaa ha avuto una lombalgia che l’ha portato fuori dai campi per qualche tempo, poi è  stato meglio ma successivamente l’abbiamo perso, nella prima parte della stagione, quindi è rientrato per il campionato. Circa Luca Lezzerini, il discorso è un po’ più complesso. Luca è stato bloccato da una lombosciatalgia, che non sappiamo ancora come deve essere curata, cioè se debba essere trattata in un certo modo no se si debba intervenire. abbiamo “osato” proporci a Sergio, un giocatore che non si deve certo presentare, e lui ha accettato, quindi siamo tutti felici di questo,. Credo che arrivi in un gruppo nel quale, sicuramente, non avrà bisogno di inserirsi, perché il nostro è un gruppo importante, e credo che Sergio abbia capito che il nostro è un meraviglioso gruppo di ragazzi, che appunto non ci sarà nessun problema di ambientamento; adesso abbiamo un giocatore importantissimo in più e quindi ne siamo felici. Poi, ogni trattativa ha la sua storia, questa come dicevo è stata un’esigenza precisa, quella creatasi con la situazione delicata degli infortuni e quindi abbiamo deciso di tutelarci. Di questo abbiamo parlato con Alex Menta, che
ci ha dato l’input di andare avanti; e naturalmente, quando hai a che fare con questo tipo di giocatori, non devi girarci tanto intorno: devi capire quali sono le esigenze di questi ragazzi e soprattutto il perché si decidono di fare certe scelte. Con Sergio è stata una cosa naturale, ci siam trovati, la volontà c’era e tanto basta per la soddisfazione di tutti. Speriamo di goderci la serie A, che non va sofferta, ma invece va aggredita, e credo che in queste prime partita del Venezia abbiamo dato dimostrazione di questo, ma anche di quello che si potrà fare in futuro; credo che i ragazzi, in questo senso, abbiamo già dato dimostrazione di voler giocare a viso aperto tutte le partite, per arrivare all’obiettivo che, sono sicuro, potremo raggiungere”.

Queste le dichiarazioni di Romero:
innanzitutto Sergio, che cosa ti ha convinto ad accettare la proposta del Venezia FC?
“Da due-tre settimane circa il Venezia era sulle mie tracce. Più di tutto mi è piaciuta la squadra, hanno un grande Club dietro, una bella società. hanno tutto per rimanere in serie A. Sono ragazzi giovani e voglio sentirmi anche io giovane, dare una grande mano a tutti loro”. 
Come stai dal punto di vista fisico, visto che è un po’ di tempo che non giochi e quanta voglia hai di dimostrare di essere ancora un portiere di livello internazionale?
“Il mio ultimo anno è stato un po’ diverso, diciamo un po’ strano per me, però sono stato tutto l’anno a Manchester e mi sono allenato con la squadra tutto l’anno. Ma adesso sto veramente bene e voglio fare vedere a tutti che continuo ad essere un grande portiere”.
Ti mancava l’Italia?
“Sì, è stata una decisione, quella di tornare, fatta anche con mia moglie, perché dopo sei anni  volevamo tornare in Italia; è anche per quello che abbiamo preso un po’ di tempo per decidere dove giocare o dove andare. Anche alla Sampdoria è stata comunque una bellissima esperienza, che mi porto dentro insieme con la mia famiglia”.
Che idea ti sei fatto del campionato italiano?
“Anche all’estero lo seguivo. Penso che sarebbe bello non lottare solo per la salvezza, ma per arrivare tranquilli a metà classifica”.
Passare da una squadra come il Manchester United ad una una squadra che lotta per la salvezza, che effetto ti fa?
“Ho deciso di venire qui, per prima cosa perché questa è una famiglia, e quella è la prima cosa che mi ha portato qua, cosa che ho sentito anche quando sono andato alla Sampdoria nel 2011. comunque penso che questo sia un club che, tra poco, tutti vedranno che diventerà grande”.
Ci sarà possibilità di vederti in campo già contro la Fiorentina lunedì sera?
“Di certo non sono venuto per fare una passeggiata per Venezia, ma tutto il contrario: vengo qua per giocare. Però sta al Mister prendere questa decisione. Io sono pronto, mi metto a sua disposizione”.
Tu hai origini italiane. Di dove, esattamente?
“Io sono italo-argentino, i miei nonni erano vicino a Varese. ho pensato a giocare a basket come i miei due fratelli quando ero piccolo, poi però ho deciso di fare il portiere di calcio. Il basket è rimasto un hobby, un divertimento”.
Che effetto ti fa aver già calcato i campi di tutto il mondo, avere un’esperienza come la tua?
“Ho 34 anni ma, al di là di tutto, voglio essere uno come loro, un ragazzo che viene a fare il meglio, tutti insieme la stessa strada per fare il bene del Venezia, in Serie A.Non contano il nome ed il cognome, siamo un gruppo, una famiglia che vuole fare il meglio per il Venezia, e farlo subito, nel senso di non arrivare a fine stagione per vedere se possiamo rimanere o no: vogliamo farlo bene”.
Come immaginavi Venezia dall’Argentina?
“Questa è, se non mi sbaglio, la settima volta che vengo a Venezia. A mia moglie piace tanto, ci siamo anche fatti degli amici, è una bellissima città. Lei mi ha detto: “Magari un giorno giocherai con la squadra di questa città””.
Qual è stato l’insegnamento più grande che hai avuto negli anni di Manchester?
“Di certo è stata una sensazione incredibile quella di uscire a giocare la prima partita come è successo a me, di Premier League, contro il Tottenham, in uno stadio pieno e vincere; però ho capito subito che in quel club dovevi, per forza, fare tre punti ogni settimana, che non puoi mai mollare, e in effetti io non ho mai mollato in vita mia. Ogni volta che passavo nel corridoio dallo spogliatoio al campo e vedevo i trofei, vinti nel corso degli anni…l’unico pensiero che avevo in testa in quel momento era: “dobbiamo vincere qualcosa” e non posso passare per questo club senza vincere niente, senza lasciare il mio nome. Ed è stato fantastico essere uno dei nomi che la gente urlava quando eravamo in campo”.
Ritroverai Mourinho, da avversario.
“Adesso lui ha una grande squadra, un grande Club in mano; quando ci incontreremo,  faremo semplicemente il nostro lavoro e, una volta finita la gara, ci incontreremo di nuovo come amici”.
Hai già scelto il numero di maglia?
“Avevo pensato al 22, ma era già stato preso da un compagno, quindi ho chiesto il numero 88”.
Della tua lunga esperienza, sicuramente ti manca il fatto di andare allo stadio in barca: sarà una sensazione molto particolare.
“Sarà sicuramente una cosa nuova per me,ma come ho già detto, voglio fare il meglio per tutti noi: per quello sono  qua perché noi abbiamo bisogno di fare le cose alla grande, nonché di pensare alla grande, però dobbiamo avere la mentalità giusta per portare su il Venezia il più lontano possibile e e non soffrire”.